Pulizia e ristrutturazione del sepolcreto dove riposano le spoglie dei vigili del fuoco di Civitavecchia di inizio Novecento sono state l’esordio dell’associazione Orme di Persefone, che vuole riportare i cimiteri cittadini ad essere non solo a luoghi di memoria ma anche di cultura.

Il progetto delle Orme di Persefone è ben più ampio. Sono tre civitavecchiesi ad aver avuto l’idea, partendo da percorsi personali totalmente diversi. Il 23 luglio scorso Mayla Leblanc, Cesare Foschi (attuale presidente) e Cristina Rocchetti hanno iniziato questo percorso che «non si limita a curare lo stato del cimitero – afferma la Rocchetti – compito che peraltro non spetta a noi. Intendiamo considerarlo un luogo di cultura, dove sopravvive un passato di Civitavecchia e civitavecchiesi ormai dimenticati».

E allora l’idea è quella di partire da una collaborazione stretta con Pincio e Csp, che possa evitare brutture come la vernice spalmata sulle lapidi delle tombe requisite. «L’estumulazione è una pratica evitabile, come è evitabile cancellare foto e nomi di chi è vissuto prima di noi.
Tra l’altro nel caso di aprile si è proceduto a requisire i loculi di tanti bimbi morti di Spagnola a inizio ‘900. Ed è proprio quello uno dei patrimoni storici da conservare». Non solo: da salvare, oltre alla memoria, ci sono i materiali: «Prima che come Orme di Persefone ci interessassimo, abbiamo pianto e rimpianto tante foto in vetroceramica. Materiale questo che, una volta danneggiato, risulta irrecuperabile con immagini “monumentali” per tragedia, storia, estetica, antropologia e arte. In questo senso bisogna ragionare sul ruolo del cimitero della Braccianese Claudia e gli spazi dove poter ospitare centinaia di loculi» la conclusione di Cristina Rocchetti.
Certo che la scelta del nome rievoca la dea greca dell’Aldilà, consorte – non proprio consenziente – di Ade. Nel manifesto dell’associazione è scritto: «Le orme di Persefone sono quindi impresse in un cammino mitico che percorre terra ed inferi, vita e morte. Noi crediamo che promuovere e coltivare il ricordo dei nostri cari, ma anche il ricordo di tante generazioni di defunti di questa città, può avere un significato simile, che dal simbolico diventa invece storico. È quindi la narrazione a riattivare la vita di una persona amata, nella cerchia di parenti ed amici ed è la narrazione storica di una comunità a svolgere la funzione del cammino di Persefone.
In questo senso un Cimitero (realmente e finalmente) Monumentale (nella sua interezza) inserito in un contesto più generale di auspicata e sempre auspicabile rinascenza culturale, può veramente rappresentare l’immortalità di una città e dei suoi tanti cammini stratificati, sospirati, pianti e rimpianti».