Se c’è una squadra da prendere come modello, in particolare per i club italiani sempre più in crisi monetaria e di identità, la risposta non può che essere una: Borussia Dortmund. Da ieri sera se ne è accorta un po tutta l’Europa, ma il miracolo calcistico e imprenditoriale della squadra tedesca parte da lontano, almeno da quel 2006, anno in cui era praticamente sull’orlo della bancarotta.
Il passivo in cassa ammontava a circa 140 milioni, e per ripianare i debiti i dirigenti furono costretti anche all’umiliazione di accettare un prestito dai nemici storici del Bayern, oltre che a tagliare gli stipendi dei calciatori del 20 % e vendere lo stadio di proprietà. Tutto ciò perchè, dopo i fasti degli anni 90, i dirigenti avevano esagerato con le spese per rimanere al passo con le grandi d’Europa.
Il 2006 è proprio l’anno della rinascita, grazie anche ad un prestito Morgan Stanley, il club riesce a ripartire, puntando sull’unica strada percorribile, quella che tutti dovrebbero seguire: i giovani, ma che richiede anche pazienza e competenza. Dopo alcune stagioni difficilissime in cui rischia la retrocessione, inizia la risalita grazie anche all’ingaggio di Jurgen Klopp come allenatore, che impone un calcio velocissimo e spettacolare, alla cura del vivaio, e l’acquisto azzeccato di giovani a poco prezzo che ora valgono una fortuna.
Nel 2011 e 2012 arrivano le vittoria in Bundesliga, mentre lo stadio, il Signal Iduna Park, è il più gremito d’Europa, con una media di oltre 80000 spettatori ogni partita. Ecco come si è arrivati alla storica impresa di ieri contro il Real Madrid.
A questo bisogna aggiungere poi i risultati conseguiti in campo economico. Nel 2012 il club ha fatto registrare un fatturato di 199 milioni, in crescita del 40% rispetto all’anno precedente, e un utile netto di 34 milioni.