“Ci si perdoni il gioco di parole ma, finalmente, la Giunta Comunale di Ladispoli è giunta ad un punto fermo, anche se più di un indizio suggerisce che non sia esattamente il punto finale quanto un modo opportunistico per fermare il cronometro dei tempi tecnici e mettere sotto il tappeto, per ora, le diatribe interne.
Comunque la giunta è stata presentata ed ora dovrà essere presentata al Consiglio Comunale e si vedrà con quale calore sarà accolta.
Ad essere sinceri le prime impressioni non sono certo fra le migliori specificando che si parla in senso politico e non delle qualità umane o professionali delle persone per le quali giudicano amici, parenti, elettori e clienti.
Ma chi si espone per un ruolo amministrativo, per gestire la cosa pubblica e dare ad altri le regole da seguire comminando anche sanzioni, deve accettare le critiche, ovviamente con il dovuto diritto di replica e dimostrazione ove si ritengano infondate.
Tanto premesso per dovuta correttezza passiamo alla sostanza. La sostanza è che il Sindaco, ma soprattutto il triunvirato che lo gestisce, abbiano optato per una soluzione, forse transitoria, in cui non si è dato riscontro meritocratico, ma solo creata una alchimia in grado di tenere tutti i consiglieri di maggioranza sotto stallo reciproco.
Un meccanismo è stato di richiamare dalle retrovie delle liste per evitare slittamenti che creerebbero invidie reciproche ed ingressi scomodi.
Questo è ovvio risultato di aver assemblato non già liste con un progetto politico ma solo singoli soggetti portatori di voti e di consenso personale i quali ora premono per avere incarichi con i quali dare riscontro ai propri grandi elettori, quello che abbiamo già chiamato una gestione padronale.
Quindi la giunta presentata ha come caratteristica principale la concentrazione di potere al sindaco, Urbanistica e Bilancio, la presenza di Pierini come grand commis ed un insieme di prescelti in base a criteri che nulla hanno di riscontro rispetto al voto degli elettori alle rispettive liste.
Dopo il sindaco viene così il vice sindaco Annibale Conti, dai Castelli Romani, sovraccaricato di potere, di Fratelli d’Italia nonostante i due soli consiglieri e lontani dalle medie regionali, il cui merito è di provenire dalla segreteria del consigliere regionale espressione della maggioranza interna in quel partito che può tornare utile in futuro e non a caso delegato ai Project Financing ma di cui parleremo più avanti.
Altro vincitore è Pierini, assessore all’Igiene Urbana nonostante la sua passione per il cemento, ma probabilmente con qualche promessa per il futuro. Assessore ai lavori pubblici resta la De Santis, sicuramente persona a modo ma dagli scarsi risultati numerici nonostante le tante asfaltature preelettorali. Veniamo alle new entry.
Fa scalpore l’arrivo della Frappa, ex consigliera comunale a Cerveteri di ‘Italia in comune’, il movimento in cui è portavoce Pascucci la quale si è contemporaneamente candidata in ‘Noi di Ladispoli’ e senza neanche grandi risultati numerici. Nonostante questa ‘doppia personalità’, è stata ripescata dalle retrovie con buona pace di Perretta, al solo fine di riempire una casella dando soddisfazione ad un preciso gruppo di potere.
Questa scelta è la cartina di tornasole della scarsa coerenza etica del panorama politico, in cui prevalgono gli interessi dei gruppi di potere invece che l’interesse dei cittadini.
Assessorato al Commercio per Foschi, spuntato dal cilindro ex dirigente di Flavia ai tempi di Paliotta sindaco. Completano la giunta la Lanzarotto, sconosciuta anche agli elettori di Forza Italia in cui ha preso 17 preferenze, che in questo caso però le hanno portato fortuna, e Porro, ristoratore non meglio noto altro assessore ‘per caso’ al turismo e spettacolo. Di entrambe non sono note le capacità di amministrazione per cui si dovrà aspettare di vederli all’opera prima di giudicare.
C’è poi tutto un tema di veti ad ingressi in giunta per evitare ingressi scomodi in consiglio. A cappello di tutto stona l’accentramento nelle mani del sindaco di due deleghe importanti come urbanistica, peraltro senza nessuna particolare competenza e soprattutto visti gli scarsi risultati della prima consiliatura, e Bilancio e sono segnali che qualcosa ancora bolle nella pentola.
Per ora si direbbe che i consiglieri siano tutti allineati, ma più per opportunismo che per convinta stima, attendisti in attesa di ottenere qualcosa di personale magari da incarichi in partecipate o da deleghe potenti o anche solo onorifiche.
Tutta una geografia da disegnare, ma se l’inizio è questo sembra una geografia non incentrata sull’interesse dei cittadini quanto invece su interessi di varia natura. Per ora questo appare, vedremo ed approfondiremo in seguito”.
cardinal Mazzarino