E’ iniziata stamattina la prima tornata di interrogatori di garanzia per i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale. Il gip Flavia Costantini ha sentito oggi l’ex presidente dell’assemblea capitolina Mirko Coratti, l’ex assessore alla Casa della giunta di Ignazio Marino Daniele Ozzimo, il dirigente della cooperativa “La Cascina” Francesco Ferrara e il dirigente comunale Angelo Scozzafava.
Strutturata la difesa di Ozzimo e Coratti, detenuti da ieri mattina in carcere.
“Con Salvatore Buzzi ho avuto rapporti esclusivamente politici. Con lui si parlava di politica e ricordo che era iscritto al mio circolo del Pd. Da diversi anni frequentava il circolo”. A dichiararlo è Daniele Ozzimo sul quale pende l’accusa di concorso in corruzione, rispondendo al gip durante l’interrogatorio di garanzia. L’atto istruttorio, durato alcune ore, si e’ concentrato sul rapporto tra l”ex assessore e l’uomo delle cooperative.
Interessanti anche le dichiarazioni rilasciati dall’avvocato Luca Petrucci, il legale che difende Ozzimo insieme al collega e deputato idem Danilo Leva. L’ex assessore alla Casa del Comune di Roma “naturalmente conosceva Salvatore Buzzi, aveva dei rapporti con lui. C’è stato un contributo elettorale regolarmente portato a bilancio di 20mila euro e depositato, quindi riteniamo che la correttezza amministrativa di Ozzimo verrà dimostrata. In nessun atto – ha aggiunto Petrucci – si può insinuare che Ozzimo abbia ricevuto dei soldi per compiere la sua attività amministrativa, questo non è neanche tra le contestazioni. La contestazione è quella di essere parte di un sodalizio che voleva favorire la cooperativa 29 giugno di Buzzi. Abbiamo depositato le delibere e i verbali di giunta dai quali si evince che tutti gli atti sono stati assunti in modo collegiale”.
Ricordando che Ozzimo non ha avuto la contestazione dell’associazione mafiosa, il legale Petrucci ha sottolineato che “leggendo bene le intercettazione è stato chiarito che i due milioni non vanno a Ozzimo ma al dipartimento quindi all’assistenza alloggiativa. Questo va assolutamente chiarito ed è stato letto insieme ai pm e al gip”. Petrucci ha presentato subito “istanza di revoca della misura. I pm si sono riservati, aspettiamo che valutino con serenità le dichiarazioni di oggi”.
Anche Mirko Coratti si è difeso dalle accuse durante l’interrogatorio di garanzia: “Non ho commesso alcun reato e soprattutto non c’e’ stato alcun rapporto illecito con Salvatore Buzzi e, anche se non molto conosciuto, le sue carni sono apprezzate perche’ delicate e con la sola spina centrale, simili al nasello ma con valore inferiore del 50%”.
L’ex presidente dell’assemblea capitolina è finito in carcere con l’accusa di corruzione, e secondo i magistrati di piazzale Clodio aveva rapporti con il gruppo facente capo a Buzzi. “Il coinvolgimento del mio assistito – ha spiegato il suo difensore, l’avvocato Filippo Dinacci – e’ un equivoco giudiziario che sara’ la giustizia a chiarire. Il mio assistito ha respinto le accuse in modo fermo e determinato”. In base a quanto si e’ appreso l’ex presidente dell’assemblea capitolina, nel corso dell’atto istruttorio, ha riferito al gip Flavia Costantini che “non ha mai beneficiato di somme di denaro e che mai gli sono stati promessi dei soldi da Buzzi o da soggetti vicini al presidente della cooperativa ’29 giugno’. Coratti ha spiegato, infine, di non sapere nulla dei 10 mila euro versati da Buzzi all’associazione ‘Rigenera’.