“Nel gennaio del 2019, l’allora Ministro dell’Ambiente Sergio Costa annunciava la fine della produzione di energia da carbone in Italia entro il 31 dicembre 2025. Un impegno che comprendeva anche la centrale Enel di Torrevaldaliga Nord (TVN), aprendo così la possibilità per Civitavecchia di costruire un futuro libero dal ricatto occupazionale legato al carbone.
L’amministrazione M5S uscente aveva avviato un confronto sul futuro del territorio, ma a raccogliere il testimone è stato un governo cittadino incapace di gestire un passaggio epocale, più attento alla spartizione di poltrone che alla pianificazione strategica.
Il quinquennio 2019-2024 è stato un’occasione persa: i consiglieri regionali che hanno raccolto valanghe di voti, i parlamentari “di riferimento”, presenti solo per le cerimonie ufficiali, e le associazioni di categoria che avrebbero dovuto spingere per un nuovo modello produttivo, hanno prodotto il nulla.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: cinque anni persi. Ora, proporre di prolungare l’uso del carbone perché la politica ha ignorato il problema fino all’ultimo minuto è un’offesa all’intelligenza dei cittadini. E altrettanto inaccettabili sono progetti come la produzione di idrogeno grigio, che comportano ancora rischi ambientali e sanitari.
È tempo che lo Stato, con oltre cinque anni di ritardo, intervenga concretamente con fondi e incentivi sufficienti per garantire un’alternativa credibile e un sostegno reale nei confronti di tutti i lavoratori che da anni vivono un’incertezza inaccettabile. Servono strumenti di tutela adeguati, come cassa integrazione, piani di riconversione e programmi di riqualificazione professionale.
E soprattutto, si evitino le solite passerelle e promesse vuote: i lavoratori e la città meritano risposte, non propaganda”.
Gruppo territoriale M5S