Leggere ai bambini per formare gli adulti di domani: arriva il Programma 0-6 • Terzo Binario News

Leggere ai bambini per formare gli adulti di domani: arriva il Programma 0-6

Mag 1, 2017 | Cinema e libri, Cultura, Dal Web

Di Ginevra Amadio

Daniel Pennac afferma che «Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere». È una frase che popola i social network al pari delle citazioni reali o fittizie attribuite a Jim Morrison, contendendosi il podio con gli stralci più usurati del Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry.

Eppure in Italia, dove il Pennac-pensiero campeggia su Facebook, si legge pochissimo. È un dato ormai tristemente noto, una constatazione messa nera su bianco dai dati Istat i quali, stando ai consumi, registrano che nel 2015  il 58% degli italiani non ha letto nemmeno un libro. Né per motivi di studio, né per svago, né tanto meno per lavoro.

È del resto da tempo che, secondo autorevoli fonti, occorrerebbe parlare di un’emergenza lettura per il nostro Belpaese. Come scrollarsi di dosso questo stigma del vinto, questa lettera scarlatta che inevitabilmente, anche se non lo si percepisce, campeggia sul petto di chi non va oltre il mondo sensibile, non abita più luoghi, si accontenta a 70 anni di aver vissuto una vita sola?

Lo diceva Umberto Eco, quando ricordava che «la lettura è una immortalità all’indietro». Ma è il pensiero centrale di chi sa, come il cardinal Ravasi, che «l’arte, come la religione, non serve a nulla. Tranne che a farci capire il senso della vita»; dello stesso avviso era Kurt Vonnegut, delle medesime parole è nutrito il messaggio che Luis Sepúlveda ha lanciato dal palco di Quante Storie, quando alla domanda su quali testi raccontare ai bambini ha risposto che «la lettura apre la mentalità, permette di avere uno spirito più libero, più generoso, curioso. La lettura è la migliore forma di confronto con il mondo».

E proprio i bambini, oggi, sono il target cui guarda un programma nazionale di “emergenza lettori”. Non solo in virtù della loro maggiore ricettività ma perché, secondo alcuni modelli statistici e una grande quantità di studi variegati, il digiuno letterario si ripercuote sulla produttività e la crescita culturale di un paese. I bambini di oggi saranno il motore del mondo di domani; se cresceranno senza cultura e senza istruzione a pagarne le conseguenze sarà ogni settore della nostra Italia.

È da loro, allora, che partirà il Programma 0-6 (da zero a sei anni), un programma per «la diffusione della lettura ad alta voce in famiglia, nelle strutture sanitarie, educative e sociali» in sette regioni italiane: Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Umbria, Puglia, Basilicata e Sicilia. Il modello, o almeno l’ispirazione, è quello delle campagne di sensibilizzazione già pensate e messe in atto da tempo nel Centro e Nord Europa dove, per citare un solo esempio, per educare alla lettura i bimbi inglesi sono stati spesi quasi tre miliardi di euro tra il 2011 e il 2015.

È stato dimostrato che la lettura ad alta voce resta il metodo più efficace per instillare nei bambini l’amore per il testo scritto. Un testo che però deve essere piacevole, assecondare le tendenze e le attitudini del bambino (Erasmo da Rotterdam, del resto, già nel Cinquecento aveva sottolineato l’importanza delle inclinazioni dei giovani, da tenere in conto nell’insegnamento e nell’istruzione).

Secondo il pediatra Giorgio Tamburlini, infatti, «[…] leggere a un figlio non porta solo benefici cognitivi, ma emotivi. Oltre ad avere più interesse nei libri, il bambino ricorderà quei momenti come felici, in un circolo virtuoso che alimenta intelligenza, competenza e benessere».  Ecco allora che il Programma 0-6 prevede – stando alle parole di Romano Montroni, membro del comitato – un lavoro di sinergia tra tutte le parti coinvolte: «Tutti i pediatri e i reparti di maternità distribuiranno degli opuscoli belli, e ben fatti, che illustrano alle madri i vantaggi della lettura ad alta voce; i genitori saranno coinvolti in corsi di formazione su come e cosa leggere ai bambini. E abbiamo già primo elenco di libri da dare gratuitamente a famiglie, biblioteche e asili».

Il progetto funzionerà se tutte le personalità coinvolte nella vita del libro e dell’infante collaboreranno tra loro. Solo così, come afferma Rossana Rummo, altro membro del Comitato, si potranno avere dei modelli replicabili: «In Umbria, dove c’è stato il progetto “In Vitro”, i lettori di almeno un libro l’anno sono passati dal 39% del 2014 al 44 del 2015. […] i primi risultati si potrebbero vedere già entro dieci anni».

E allora leggete ai bambini, rendeteli adulti consapevoli, fateli uscire dalle tenebre dell’ignoranza cui una vita senza libri condanna.

«Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo.»

(Gianni Rodari)