Ladispoli, Piazza Grande: mancano 300.000 euro nell'atto di compravendita • Terzo Binario News

Ladispoli, Piazza Grande: mancano 300.000 euro nell’atto di compravendita

Lug 24, 2015 | Ladispoli, Politica

compravenditaSi infittisce di elementi poco trasparenti la questione Piazza Grande a Ladispoli.

Ieri l’amministrazione comunale è tornata sulla vicenda per chiarire alcuni degli aspetti portati alla luce dalla nostra testata, dichiarando che all’area del campo sportivo, passata dalla US Ladispoli nelle mani di Piazza Grande srl, è stato dato un valore di mercato di 600.000 euro (550mila più spese varie e notarili) cifra riportata negli atti di compravendita.

Ma non risulta però che sia questa la cifra dell’atto stipulato di fronte al notaio Carella il 28 novembre 2013, infatti rispetto a quanto dichiarato dal comune mancherebbero all’appello 300.000 euro.

In data 28 novembre 2013 si presentano innanzi al notaio Carella di Roma, Luigina Ruscito e Umberto Paris e, consapevoli delle conseguenze penali per le ipotesi di falsità in atto o di dichiarazioni mendaci, dichiarano che il prezzo della compravendita è di 250.000 euro. La Piazza Grande Srl regola il pagamento con 8 assegni circolari da 20.000 euro, uno da 75.000 ed uno da 15.000.

Tra le 550.000 dichiarate dal comune e le 250.000 dichiarate nell’atto mancano 300.000 euro. Dove sono finiti questi soldi e da dove deriva questa somma, di cui è invece a conoscenza l’amministrazione?

Ieri sui social network anche l’assessore Pierini era tornato sulla vicenda confermando, in forza delle sue competenze nel settore immobiliare, che il valore che verrà sborsato dalla Piazza Grande srl per l’acquisto del campo è di 600.000 euro e non 250.000.

Sembra che nel verbale della US. Ladispoli, nel quale l’assemblea cui partecipano solo Umberto Paris assistito dal Rag. Trani dando mandato al primo di effettuare la vendita del campo sportivo, sia allegata una relazione del presidente che informa i soci che esiste una proposta della Piazza Grande Srl interessata all’acquisto del campo. L’offerta consisterebbe in 250.000 euro cash e 300.000 mila euro che la Piazza Grande “si impegnerebbe a versare in contratti di sponsorizzazione in sei anni”.

L’amministrazione comunale fa quindi riferimento a queste 300.000 euro di future sponsorizzazioni? Se la cifra oggetto di compravendita fosse quella del comune le due società avrebbero dovuto pagare anche per le 300.000 euro l’imposta di registro (circa il 9%) e Piazza Grande Srl avrebbe inoltre dovuto iscrivere a bilancio un bene immobile per 550.000 euro di patrimonio. Le 300.000 euro di sponsorizzazioni inoltre non si potrebbero assimilare al valore patrimoniale dell’immobile in quanto la compravendita rispetto ad una sponsorizzazione avrebbe una tassazione IVA differente. Altro elemento è che 300.000 euro di sponsorizzazioni comporterebbero alla Piazza Grande anche sgravi fiscali differenti, sia per una maggiore deducibilità IVA che per un’abbattimento totale del reddito delle trance che ogni anno saranno versate.

E’ singolare inoltre che la Piazza Grande srl abbia potuto impegnarsi ad acquistate titoli di sponsorizzazione quando questa, almeno fino a pochi giorni fa, risultava ancora “inattiva” alla camera di commercio.

Sempre nel comunicato stampa dell’amministrazione rimangono almeno due punti sui quali non si fa chiarezza. Il primo: non è corretto confrontare i costi di una espropriazione e di una compravendita. Un accordo tra le parti non sarebbe stato possibile solamente per Piazza Grande srl, ma anche con il comune, visto che sarebbe grave che questo non fosse a conoscenza che una società sportiva si stava vendendo l’unico stadio di Ladispoli, oltre al fatto che il Rag. e consigliere comunale Trani era al corrente della vicenda curando gli interessi di entrambe le parti chiamate in causa. Non si mette poi in dubbio che l’operazione sia vantaggiosa. Ogni qualvolta si trasforma un terreno in un’area fabbricabile la creazione di un surplus è garantita. Con lo stesso criterio anche vendendo un parco del comune si potrebbero ottenere più soldi del suo valore, dopo aver variato il PRG.

La seconda questione, sulla quale invece per la seconda volta non si registra alcuna considerazione politica, riguarda il ruolo dell’assessore Trani, che ospita presso sue pertinenze la società che richiede al comune l’approvazione del PII. Trani ha curato i passaggi fondamentali nella fase di compravendita del campo sportivo, sottoscrivendo inoltre la relazione nella quale figurerebbero 300.000 che l’amministrazione ritiene valore di compravendita ma che però non figurano nell’atto.

C’è quindi un errore da parte dell’amministrazione nell’interpretare le carte in suo possesso o la compravendita sarebbe viziata per la mancata dichiarazione dei 300.000 euro in contratti di sponsorizzazione? Stando poi alla valutazione del campo l’unica che al momento si può ritenere valida, in quanto citata nell’atto di compravendita è quella del Perito Edile Liliana Zaina ed ammonta a 108.000 euro.