La lunga e tormentata vicenda dell’azienda di compostaggio Recin sembra avviata a una possibile soluzione. Martedì scorso per la prima volta il sindaco e le forze di maggioranza del Comune di Ladispoli hanno incontrato il titolare dell’azienda Pietro Petruzzi.
Nell’incontro è stato confermato quanto deciso dal consiglio comunale e ribadito più volte: l’azienda dovrà chiudere i battenti nel sito dei Monteroni il 15 giugno per trasferirsi in un altro sito. La Recin è una piccola impresa a gestione quasi familiare che tratta materiali inerti (calcinacci e laterizi) e organico per creare compost. La sua attività ha trovato l’opposizione del comitato dei residenti della zona Monteroni, dove è ubicata. Da lì ne è nata una lunga battaglia fatta di delibere, prescrizioni di chiusura e proroghe.
Negli ultimi mesi la Recin, che già opera in regime di proroga, ha dovuto ridurre la sua attività e il suo personale, soprattutto dopo che il Comune di Ladispoli ha deciso di portare i propri sfalci di verde a Santa Marinella. A novembre è dovuta stare chiusa per venti giorni. Nel frattempo diversi tentativi di delocalizzazione sono stati fatti, ma nessuno è andato a buon fine per l’opposizione dei comitati spontanei nati attorno ai siti scelti. L’ultimo è stato quello di San Paolo a Cerveteri.
Ora però sembra che si sia trovata una soluzione in una proposta dell’azienda di insediarsi in una cava abbandonata sulla via Settevene-Palo nel tratto che va da Cerveteri a Bracciano, comunemente detta “Braccianese”. In questo caso non ci sarebbero vincoli archeologici né la vicinanza di zone residenziali ma lo spostamento vedrebbe coinvolto il comune di Bracciano.
“Si tratta di una piccola impresa che non deturpa il territorio che invito a visitare – ha spiegato Marina Cozzi del Comitato Rifiuti Zero – un impianto di compostaggio di queste dimensioni non può che giovare alle città del comprensorio se solo si pensa che il 30% dei rifiuti è organico e che al momento attuale spendiamo tre volte tanto per smaltirlo e spedirlo al Nord. L’ottusità di certe posizioni l’ha sempre tenuta a distanza e non si è mai voluto trovare una soluzione insieme, ora finalmente dopo quattro anni le due parti si sono incontrate”.
“Per spostare l’impianto ci vorrà un giorno – ha osservato l’esponente del Comitato – il problema saranno le autorizzazioni che possono richiedere anche due anni”. Nel frattempo l’azienda ha chiesto di operare in regime di semplificata per salvaguardare i posti di lavoro.
Da parte sua l’amministrazione di Ladispoli ha confermato tutto l’interesse per la delocalizzazione e si è detta disposta a avviare un dialogo con il sindaco di Bracciano Giuliano Sala e il Comune confinante di Cerveteri. “Siamo interessati ad avere un impianto di smaltimento di questo tipo – ha affermato il sindaco di Ladispoli Crescenzo Paliotta – non appena sarà delocalizzato e in regola potrà tornare a ricevere i nostri sfalci di verde e rifiuti organici”.