Ladispoli e il falso mito del turismo balneare. Sono i nuovi cittadini la vera ricchezza • Terzo Binario News

Ladispoli e il falso mito del turismo balneare. Sono i nuovi cittadini la vera ricchezza

Mar 14, 2013 | Ladispoli

ladispoli panoramicaDa anni si sente parlare di rilancio turistico di Ladispoli senza accorgersi che questa città è davvero molto lontana dalla stazione balneare che fu a partire dagli anni Sessanta ed è parte ormai di un’area metropolitana più vasta con tutti i problemi e le virtù che ne conseguono e nella quale il turismo può essere certamente un tema che la riguarda (visto il mare e la vicinanza con Roma e Cerveteri) ma che non può essere prevalente sulle sfide che questa comunità deve intraprendere nel prossimo futuro.

Chi cerca di proporre ancora la vocazione turistica come la chiave di volta per il futuro della nostra città si comporta come quel dottore che infligge l’accanimento terapeutico su di un corpo (urbano) che aspira ad altro perché in altro si è trasformato in questi ultimi decenni. Perché la rivoluzione demografica che ha investito Ladispoli in questi ultimi trenta anni (con tassi di crescita di 1000 abitanti all’anno) ha cambiato profondamente il tessuto connettivo di quella che una volta era una cittadina a vocazione turistica a pochi passi da Roma e luogo prescelto come seconda casa per le classi popolari capitoline.

La Ladispoli di oggi è a tutti gli effetti, per come si è conformata a livello socio-urbanistico, una città di media grandezza della futura (e auspicabile) area metropolitana di Roma, un luogo postmoderno nella quale l’orrida estetica del cemento si fonde con una comunità viva, accogliente e stimolante. I suoi nuovi abitanti sono per lo più cittadini immigrati e giovani famiglie romane in fuga dalla Capitale. Questi cittadini (la maggioranza in termini quantitativi) risiedono nella città ma i loro bisogni e aspettative non sono presi in considerazione con l’attenzione che meriterebbero quando invece una comunità virtuosa dovrebbe far in modo di integrarli mettendoli al centro dell’agenda politica.

Questi concittadini che in prevalenza si alzano la mattina presto per andare a lavorare fuori città e tornano la sera e che vivono la città solo nel week end e nei periodi estivi durante le ferie, soffrono da tempo una mancanza di servizi e di risposte a certe loro richieste.

Servirebbe da subito un’azione pubblica coordinata e continuativa per risolvere alcune criticità. In primo luogo si dovrebbe mettere in cima alle priorità la questione non più procrastinabile dei pendolari. A questi numerosi residenti interessa più di ogni altra cosa smetterla di viaggiare come bestie. Al di là degli annunci che si susseguono da anni, i nostri amministratori dovrebbero farsi carico di creare una rete permanente intercomunale che proponga questioni risolutive e imponga agli organi superiori – non avendo direttamente nessun potere esecutivo su questo tema – di risolvere definitivamente e in tempi accettabili il problema dei trasporti su rotaia da e verso Roma.

terzo binario

Lungo il binario 3 si sta condensando sempre più rabbia che prima o poi esploderà inesorabilmente.

Non basta essere solidali con i pendolari, bisogna fare qualcosa di urgente e concreto per questa categoria di persone. Ad esempio nei giorni scorsi ho partecipato a varie iniziative pubbliche di candidati alla regione e al Parlamento appoggiati da esponenti politici locali. Questo tema doveva essere il primo da sottoporre all’attenzione di questi futuri rappresentanti. Non mi sembra sia stato fatto.

Oltre al problema della mobilità si dovrebbe porre in essere una serie di misure che semplifichino la vita di queste persone. Prime fra tutte la realizzazione di asili nido promuovendo anche formule innovative come gli asili in famiglia (che creerebbero tra l’altro posti di lavoro). Inoltre un’amministrazione lungimirante dovrebbe anche predisporre – dando più risorse agli assessorati competenti e magari togliendoli ad altri – una serie di iniziative culturali e ricreative specifiche tese a far vivere Ladispoli durante i fine settimana. Bisogna pian piano convincere queste persone che Ladispoli non è solo un posto dove si dimora ma anche un luogo vivace, stimolante e includente nel quale è piacevole passare il sabato e la domenica e, perché no, le ferie estive.

integrazione

Infine tra le priorità da mettere in agenda c’è quella relativa ad una politica di integrazione ancora più incisiva. In questi anni a Ladispoli si è fatto moltissimo rispetto ad altre città dell’hinterland romano. Si può senz’altro affermare che la nostra città sia realmente un modello da esportare da questo punto di vista ma oggi – con la crisi economica che avanza – c’è bisogno di uno sforzo ancora maggiore al fine di includere sempre di più le tante persone di nazionalità diverse che rendono unica questa città.

Insomma, è intorno a queste necessità che bisogna costruire la città che verrà. Non bisogna commettere l’errore di lasciare sola questa fetta importante di popolazione che il più delle volte, piuttosto che di viverci, a Ladispoli, crede solamente di abitarci. Questi nuovi concittadini sono le gambe che ci permetteranno di avanzare e crescere. Sono loro il valore aggiunto, la nuova fonte di ricchezza per la città. Sono loro i sospirati turisti che in tanti cercano di scovare attraverso piani di marketing ma che puntualmente, come tanti Godot, non arrivano mai.

Ripartiamo da qui – dalla città che sarà e non da quella che è stata, dai bisogni degli abitanti in carne e ossa e non da quelli di potenziali visitatori – per lavorare a un nuovo disegno comune e per rilanciare questa città nei prossimi anni. Volente o nolente l’archetipo che rappresenterà Ladispoli in futuro sarà il treno, non più lo stabilimento balneare. I tempi sono maturi per voltare pagina e imboccare definitivamente una nuova strada o – per restare in tema – un nuovo binario.