Disavventura nella periferia Est di Roma. Il racconto: “Stava cercando di introdursi in casa con un’altra motivazione. Le ho detto che si trattava di una truffa, sono preoccupata”
“Sono molto preoccupata per la violenza, so bene cosa significhi lavorare senza garanzie, ma la disonestà e la violenza non la tollero”. Questo lo sfogo di una cittadina romana, residente nella periferia Est della Capitale, che ha raccontato quanto accaduto mercoledì 25 novembre. Tutto è iniziato nel pomeriggio, con una signorina che ha bussato alla porta presentandosi come incaricata di una azienda che distribuisce energia elettrica. Dalla cordialità iniziale sono arrivate addirittura le minacce e i calci alla porta.
“La signorina senza cartellino mi chiede di entrare perché la mia lettura è stimata e non rilevata dagli apparecchi e vuole aiutarmi a risolvere la questione – ha raccontato la donna – Le spiego che ho un altro gestore e che comunque queste comunicazioni vanno fatte per iscritto. Le chiedo se ha qualcosa di scritto. Mi segna un nominativo e numero di telefono su un foglio che mi porge e sul quale c’è una offerta commerciale”.

“Quindi? Chiedo alla signorina, si tratta di un’altra cosa – ha proseguito – stava cercando di introdursi in casa con un’altra motivazione. Le dico che si tratta di una truffa e chiudo la porta. La stessa ha passato 20 minuti a calciare la mia porta e a minacciarmi, per cui mi trovo costretta a chiamare le forze dell’ordine”.
“Sono preoccupata per la mia incolumità e quella di mio figlio – ha terminato – non aprirò mai più, così inavvertitamente, la mia porta. Soprattutto dico agli anziani: fate attenzione!”.
c.b.