Digging Deep, un orto per favorire l’integrazione • Terzo Binario News

Digging Deep, un orto per favorire l’integrazione

Mar 19, 2014 | Dal Web, Omnia

I partecipanti e l’orto realizzati in Cina

I partecipanti e l’orto realizzati in Cina

Fare rete. Le parole d’ordine sono integrazione e collaborazione, in nome di una società coesa che trovi nei confini geografici dei diversi Paesi un elemento di arricchimento piuttosto che una barriera invalicabile. Stiamo parlando del Cesie (Centro Studi ed Iniziative Europeo), il cui  motto -non a caso- è “il Mondo è un’unica creatura”, proprio a sottolineare come unire sia di gran lunga meglio che dividere. Ispirato ai principi innovativi della maieutica reciproca sostenuti dal sociologo Danilo Dolci, il centro studi ha all’attivo oltre 100 progetti, tutti con il fine dell’integrazione e di uno sviluppo interculturale. Omniamagazine si è soffermata sull’iniziativa dal pollice verde ma al tempo stesso dal grande valore sociale e antropologico denominata Digging Deep, che consiste nella creazione di un orto urbano a Palermo dove a coltivare la terra sono i giovani con non più  di trent’anni provenienti da diverse latitudini del globo, e più precisamente dalla Slovenia per quel che concerne l’Europa, e dall’Africa e Asia.

A spiegarci il progetto nel dettaglio sono Alberto Biondo e Marie Marzloff.

“Digging Deep è il risultato di due progetti precedenti, il primo incentrato sull’arte frutto del riutilizzo di oggetti di riciclo, il secondo –Eat Smart- sulla cucina mediterranea vista non solo come modello esemplare di alimentazione, ma anche come denominatore comune della varie culture del Mediterraneo. L’idea è stata quella di lavorare con i cuochi dei diversi territori e far riscoprire loro le tradizioni culinarie che purtroppo stanno cadendo nell’oblio. Il percorso si è concluso con un evento a Palermo dove sono stati presentati i documentari realizzati durante questo percorso gastronomico e si sono tenuti dei veri e propri laboratori di cucina in cui sperimentare le ricette della tradizione”.

Continua a leggere su OmniaMagazine.it