Se fino ad ora le battaglie per la chiusura della discarica hanno portato ad un primo soddisfacente risultato, il momento più critico sembra arrivare proprio ora.
La riapertura di Cupinoro, quantomeno come impianto di trattamento rifiuti e smaltimento tramite biogas, è più che mai reale.
Tra poco più di un mese infatti si terrà un’asta per la vendita delle autorizzazioni ambientali con le quali un privato può implementare quell’impiantistica che più volte i cittadini di Bracciano, ma soprattutto di Cerveteri hanno detto di non volere a poche centinaia di metri dalle proprie abitazioni. Un’asta sulla quale la politica può, almeno all’apparenza fare poco, in quanto indetta dal curatore fallimentare della Bracciano Ambiente, Dott. Sirleo. Un’operazione che dal suo punto di vista è senz’altro legittima. La missione del curatore fallimentare è infatti trovare le risorse per pagare i creditori della società.
Restano però aperti enormi dubbi in quanto la questione Cupinoro non si chiude con il discorso dell’impiantistica. Sul sito infatti insiste la montagna di rifiuti che continua a produrre percolato e che quindi produce rifiuti il cui smaltimento comporta un ingente costo che al momento è sopperito dalla Regione, ma che è in contenzioso con il comune di Bracciano.
La Bracciano Ambiente infatti avrebbe incassato in questi quasi 10 anni di attività i soldi che erano destinati alla gestione non operativa. I soldi però sarebbero stati spesi per la gestione di un precedente invaso ereditato dalla Bracciano Ambiente senza alcuna copertura di trattamento post mortem.
Oggi anche i riflettori dei media nazionali torneranno sul sito di Cupinoro. La trasmissione mattutina di Rai Tre Agorà si collegherà in diretta per parlare dell’argomento con l’inviata Irene Benassi.
