Cupinoro, la replica della Bracciano Ambiente • Terzo Binario News

Cupinoro, la replica della Bracciano Ambiente

Gen 28, 2016 | Ambiente, Bracciano, Politica

logo-bracciano-ambienteRiceviamo e pubblichiamo – In relazione agli articoli comparsi sulla stampa locale, secondo i quali le procedure ad evidenza pubblica, bandite da Bracciano Ambiente S.p.A., sarebbero state deliberate dal commissario prefettizio e preluderebbero alla trasformazione dell’area di Cupinoro “da discarica a mega fabbrica di rifiuti”, si precisa quanto segue.

Come previsto dal piano industriale allegato alla proposta di concordato, depositata il 3 novembre 2015, Bracciano Ambiente (e non il comune di Bracciano) ha bandito il 20 gennaio scorso due procedure ad evidenza pubblica per la progettazione, costruzione e gestione, in regime di concessione, di due impianti:

1) un impianto di “recupero spinto delle frazioni riciclabili e delle frazioni da raccolta differenziata non biodegradabili”, c.d. fabbrica di materie prime seconde, senza produzione di combustibile, in forza del progetto, depositato da Bracciano Ambiente il 2 marzo 2015, di modifica non sostanziale della autorizzazione rilasciata dalla Regione Lazio con det. B1671 del 4 maggio 2009;

2) un impianto di compostaggio e digestione anaerobica della frazione organica (c.d. umido) proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani, autorizzato dalla regione Lazio con det. B02327 del 19 aprile 2012.

Entrambe le autorizzazioni sono state rinnovate dalla det. G15123 del 28 ottobre 2014, rilasciata dalla regione Lazio a seguito della deliberazione, ex art. 14 quater della l. 241/1990, del Consiglio dei Ministri dell’8 agosto 2014, che ha superato il parere paesaggistico negativo emesso dalla direzione regionale del MiBACT.

I due impianti, approvati con deliberazione del consiglio comunale del 12 luglio 2013, sono funzionali al perseguimento degli obiettivi di riciclo, recupero e valorizzazione, a freddo e senza combustione, dei rifiuti urbani e costituiscono – secondo le più autorevoli associazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace – le migliori tecniche disponibili per il recupero e la raffinazione dei metalli, della carta, del vetro e delle plastiche, provenienti da raccolta differenziata, nonché per il trattamento anaerobico-aerobico della frazione organica.

Essendo la discarica di Cupinoro chiusa da due anni, gli scarti di processo, non ulteriormente valorizzabili, saranno smaltiti altrove.

Non si tratta, dunque, di “fabbriche di rifiuti”, ma di “impianti per il trattamento, l’inertizzazione, la separazione e la valorizzazione dei rifiuti urbani” prodotti dal nostro territorio – la vera fabbrica di rifiuti – e che oggi vengono trasportati, a costi insostenibili per la cittadinanza, presso impianti lontani e spesso tecnologicamente obsoleti.