Semplificazioni a passo di gambero. Entro il 30 giugno di ogni anno, le
imprese sono tenute a pubblicizzare, nelle note integrative di bilancio o
sui siti internet (propri o dell’Associazione di riferimento), i contributi
pubblici di importo complessivo pari o superiore a 10mila euro
ricevuti nell’anno precedente.
La novità è che stavolta tra le
provvidenze rientrano gli indennizzi e i ristori erogati a causa della
pandemia: un ulteriore gravoso onere che CNA e le altre associazioni
artigiane chiedono di cancellare.
Con una lettera inviata ai ministri dell’Economia e delle Finanze, dello
Sviluppo Economico, del Lavoro e della Pubblica Amministrazione, il
governo è invitato “a chiarire che i sostegni ricevuti per l’emergenza
epidemiologica siano esclusi dagli obblighi informativi che già
insistono sulle pubbliche amministrazioni, vincolate a render conto di ogni
erogazione”.
Il Parlamento ha fatto slittare al 2022 l’entrata in vigore delle sanzioni
amministrative (molto pesanti) per l’eventuale inosservanza, ma resta
l’obbligo di pubblicazione per le imprese.
I rappresentanti dell’artigianato e della piccola e media impresa vanno
oltre, chiedendo che siano eliminati totalmente gli obblighi di
pubblicazione di qualsiasi provvidenza erogata alle imprese, tanto più
che risultano incompatibili con gli obiettivi di digitalizzazione delle
pubbliche amministrazioni e di interoperabilità delle banche dati previsti
nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.