di Matteo Corona
“Esattamente 10 anni fa la Soprintendenza stabilì che l’ex Polveriera non rappresentava alcun “interesse storico”. Voglio
capire perché oggi invece quel rudere deve diventare un museo”. L’assessore all’ambiente Alessandro Manuedda interviene a seguito del ritrovamento, e soprattutto del rischio di crollo, di un ciclo pittorico di epoca fascista presso quelli che erano gli spogliatoi del defunto club calcistico della De Sanctis-Gargana in via Gaspare Pecorelli nelle vicinanze del tribunale. Infatti il cedimento di un solaio ha fatto riscoprire le pitture degli anni ’30 di cui si era persa memoria, tanto che nei giorni scorsi è stato effettuato un sopralluogo alla presenza dell’assessore stesso e dei tecnici della Soprintendenza che si sono presi 60 giorni per esprimere un parere. Ma secondo Manuedda, che intende seguire il programma dell’Amministrazione che vorrebbe demolire lo stabile per costruire uffici comunali e per l’Asl Roma 4, quel parere già c’è anche se, curiosamente, non è accessibile per il Comune: <Esiste traccia di un documento – spiega l’assessore – che testimonia come l’edificio non rappresenti alcun interesse storico da conservare. Non riesco a capire come sia possibile che 10 anni fa si poteva radere al suolo, e se il Pincio l’avesse fatto nessuno avrebbe aperto bocca, e oggi no>. Si prova a ricostruire i fatti: <Il rinvenimento delle pitture risale al 2003. Poi il bene, in possesso del Demanio che lo cede al Pincio nell’ambito delle alienazioni, diventa oggetto di un sopralluogo>. E qui nasce l’inghippo. Secondo Manuedda infatti arriva la certificazione che l’edificio si può abbattere: <Questo il responso di un funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale. Ora, se l’ultima verifica stabilisse che invece l’interesse artistico sussiste, sarebbe evidente che nemmeno fra colleghi di ufficio sanno l’un l’altro cosa facciano>. Tuttavia sarebbe anche possibile che il sopralluogo sia stato effettuato solo esternamente perché la struttura era già pericolante nel 2008, spesso rifugio di zingari e sbandati. <L’irritazione non la posso nascondere, ma fondamentalmente per due motivi: uno, il doppio parere dello stesso ente, con esiti opposti. Due, perché quei dipinti del Ventennio li trovo particolarmente brutti. In ogni caso – conclude l’assessore Manuedda – se arrivasse lo stop si ricorrerebbe al Tar con la certezza di vincere mentre il ciclo pittorico, se storicamente interessante, verrà conservato”.
