Civitavecchia dice addio a Pino Maggi, decano dei giornalisti cittadini • Terzo Binario News

Civitavecchia dice addio a Pino Maggi, decano dei giornalisti cittadini

Mar 10, 2020 | Senza categoria

“Pino Maggi i miei omaggi!” Era così che accoglievo PIno ogniqualvolta ci si incontrava. E lui rispondeva con quel bel sorrisone sornione di benvenuto. Quando ho iniziato lui era già Pino Maggi, una delle colonne dell’informazione civitavecchiese specie nel settore della cronaca amministrativa. (foto concessa da Trc)

Analisi puntuali e ficcanti sì ma mai offensivo o sopra le righe. Sornione come il sorrisone affabile che dispensava, è stata una qualità rara la sua, che lo ha fatto amare da tutti compresi coloro che finivano nel suo mirino.

Pino Maggi, per te saranno sempre solo omaggi. a.v.

Nel clima surreale dell’emergenza da virus, Civitavecchia ha perso un’altra figura positiva che nei suoi diversi ruoli è stato testimone dei fatti più importanti dell’ultimo mezzo secolo. Stanotte se n’è andato, dopo una lunga malattia, Giuseppe Maggi, per gli amici Peppe, o Pino Maggi. Aveva 82 anni. Era una persona veramente di altri tempi, e non si tratta di una frase di circostanza. Un uomo perbene, mai fuori posto, mai sopra le righe. Sempre equilibrato, in grado di dire (o di scrivere) la parola giusta al momento giusto.

Per me, una persona di famiglia, visto il rapporto con mio papà, per il quale era come un fratello. Una persona che tante volte ho trovato vicino per darmi consigli e buone parole.

Pino è stato giornalista, in tv ma soprattutto sulla carta stampata: Il Tempo, Il Messaggero, La Provincia. Ha attraversato, raccontandoli in punta di penna, con il suo stile garbato, ma non per questo appiattito o meno pungente, oltre 50 anni di cronaca cittadina, che poi si è fatta storia. Era l’alter ego perfetto, pure nella diversità del carattere, di un altro giornalista di vecchia scuola che si chiamava come lui, e che con lui aveva condiviso una vita, dai banchi di scuola del Liceo Guglielmotti alla macchina da scrivere delle redazioni, Pino Grasso.

Ma Pino Maggi non è stato soltanto questo: da dipendente comunale ha curato la segreteria di 5 sindaci, che lo hanno sempre confermato al suo posto, nel corso degli anni, al di là dei cambiamenti politici delle coalizioni, proprio per il suo sapere essere al di sopra della partigianeria: era un uomo delle istituzioni, al servizio della Politica (che non ha mai fatto in prima persona proprio per non perdere il suo pregio e la sua libertà di non potere essere etichettato), che ha sempre consigliato e cercato di indirizzare per il meglio, nell’interesse della città che criticava per la sua sciatteria, ma amava come pochi. Al punto, quando lasciò il Comune, di avventurarsi nel privato, cercando di dare un contributo per la realizzazione del segno collettivo più grande, quello delle terme.

Amava la sua famiglia come niente altro, la morte della moglie Maria Teresa lo aveva segnato, anche fisicamente, con una serie di problemi di salute da cui non si è mai ripreso completamente. Lascia la figlia Raffaella, a cui vanno le nostre condoglianze più sincere, e due nipoti. Oltre a un vuoto difficile da colmare per tutta la nostra comunità.

Addio Pino, che la terra ti sia lieve. – Massimiliano Grasso

“Rispondeva sempre. Nel 1975, quando i telefoni erano a rondella, Pino Maggi, capo della segretaria del sindaco (non importa quale tanto tutti sceglievano lui), rispondeva a tutte le ore.
Parlava piano, ti spiegava le cose e soprattutto diceva la verità. Anche quando faceva il capo-gabinetto era anzitutto un bravo giornalista. Avevo sedici anni e prendevo appunti, per poi correre a scrivere su-velina-in-doppia-copia-63-battute-a-riga per la cronaca cittadina de Il Tempo.
Amava Civitavecchia. La amava profondamente. E lo si capiva da come ne parlava. Ai suoi personaggi non risparmiava critiche pungenti e centrate, come se avesse un mirino telescopico, ma sempre senza perdere eleganza e sobrietà.
E sobriamente potremmo chiuderla qua. Ma, basta non se ne può più. Mi ribello alla etichetta di “un uomo di altri tempi” affibbiata come il timbro “da archiviare”.
Pino amava il silenzio, la dignità e la riservatezza. In politica apprezzava l’umiltà nella ricerca delle soluzioni condivise per il bene comune, la creativa semplicità e l’inattaccabile senso del dovere.
La sua figura ha contribuito a scrivere per la nostra città una pagina di storia, “quella storia – rubo le sue parole da un suo articolo – fatta di forti credo, di lealtà, di difesa del pubblico interesse, di sana passione per la politica, di dignità e di rispetto”.
”Quella storia – conclude l’articolo – che dovrebbe essere sempre d’esempio per le nuove generazioni ma che, troppo spesso, viene dimenticata o, addirittura, relegata al ruolo di illustre sconosciuta”.
Mi ribello in suo nome, perché in quel articolo lo aveva già fatto lui.
Ciao Pino”. – Fabio Angeloni