Nel comparto agroalimentare vi è un settore devastato dal coronavirus, è quello del vino. La filiera sta subendo notevoli ripercussioni: nella sola provincia di Roma le aziende vitinicole sono alla paralisi, considerando che c’è un blocco totale di vendite causato dalla chiusura di ristoranti, alberghi e agriturismo .
A lanciale l’SOS è Riccardo Milozzi, che in qualità di presidente della Cia- Confederazione Agricoltori di Roma mostra preoccupazione a nome di molti produttori soprattutto nella zona dei castelli romani, da Monteporzio a Velletri, dove il vino è una voce significativa del territorio. ” Dopo tre settimane di stop emergono dei dati che ci mettono nella condizione di chiedere aiuti rilevanti – afferma Milozzi – nella provincia di Roma il caldo di vendite oscilla tra il 60 e il 70%, una discesa di richieste che rischia di trascinare nel baratro gran parte delle aziende vitivinicole.
Il calo di consumi, originato dal fermo della ristorazione, apre tanti interrogativi: uno dei quali è il perchè negli scaffali dei grandi supermercati vi sono bottiglie di vino che antecedentemente al coronavirus costavano la metà” . Una crisi, insomma, che potrebbe aprire scenari drammatici, con il serio rischio di chiusura di molte aziende. ” Si , ad oggi ci sono tanti problemi di ogni natura che soli non possiamo superarli – continua Milozzi – per esempio chi ha consegnato a febbraio, prima della crisi, ha ricevuto pagamenti con scadenze a tre mesi ritrovandosi a sostenere spese di gestione enormi . Urgono misure a sostegno immediate, Governo e Regione Lazio comincino ad assumere iniziative volte a garantire liquidità ai produttori. Anche per spese minime, dalla bottiglia all’etichetta, chiediamo crediti a fondo perduto altrimenti il futuro del vino nella provincia di Roma avrà difficoltà a rialzarsi”