Non sono bastate una laurea a pieni voti, un’abilitazione sulla mia materia, e un’ulteriore abilitazione in corso sul sostegno. No, non è stato sufficiente. A pendere per mesi come la spada di Damocle, la minaccia di un concorso a cattedra che, dopo mesi di ritardo e aggiustamenti, è arrivato ieri sera. Con mia grande amarezza.
Il governo Renzi e la sua Buona Scuola lo avevano promesso e lo hanno fatto: un concorso a cattedra per migliaia di docenti abilitati. Un grande numero con cui riempirsi la bocca, che a malapena copre il fabbisogno del fisiologico turnover.
Assunzioni di fasi A, B, C e ancora assunzioni. Sembra questa l’indorata pillola con cui Renzi vuole (o almeno tenta) risolvere il problema della scuola.
Ma, come tutti i suoi predecessori, ha perso di vista il reale obiettivo scolastico: la formazione degli studenti.
Giovani che, dall’asilo alle superiori, vedranno nuovamente cambiare i propri insegnanti senza un vero e proprio progetto per il loro successo formativo.
Un immane fabbisogno di insegnanti sul sostegno, che si stanno formando ora, ai quali, tuttavia, non è permesso partecipare al concorso perchè otterranno il loro titolo abilitante SOLAMENTE in estate. Meglio dare quindi spazio a chi la propria abilitazione l’ha ottenuta senza una selezione, e pagando all’estero, solamente per arrivare a questo giorno con un pezzo di carta.
Mentre, per le altre materie, i docenti saranno nuovamente selezionati, non sulle loro competenze da insegnantii, bensì testando le loro conoscenze sulla materia. Considerando che chi parteciperà ha già ottenuto un’abilitazione passando dei test (organizzati dallo stesso Miur in collaborazione con il Cineca) atti a verificare le conoscenze sulla propria materia, oserei dire che il vero obiettivo di Renzi è lo sperpero di denaro pubblico.
Questo concorso è il reale fallimento dei percorsi abilitanti degli scorsi anni. Un concorso che nega e toglie valore a quanto già superato dai docenti. Un ministero che annulla quanto fatto dallo stesso Miur dal primo ciclo Tfa ad oggi. E i sindacati? Assenti ingiustificati. Forse addirittura presenti alla stesura del bando di concorso.
La buona scuola? No. La CARA scuola, per le tasche di tutti gli italiani.