“Da soli si va meno lontano, disastro Raggi”: così parlò Andrea Alemanni (Pd Lazio) • Terzo Binario News

Il presidente del Partito Democratico regionale: “Prendiamoci le nostre responsabilità, mettiamo da parte qualche egoismo di troppo”

La politica corre veloce, ma in compagnia si va più lontano. Parole e musica di Andrea Alemanni, presidente del Pd Lazio, che a Terzo Binario ha detto la sua sull’aria che si respira in vista delle Comunali a Roma. E non solo. Ha bocciato Virginia Raggi – “pessimo sindaco” – e ha puntualizzato: “Dobbiamo essere consci del nostro ruolo di forza di maggioranza relativa, ma non per questo chiuderci su noi stessi. Tradotto, più diretto: Carlo Calenda competa alle primarie”.

Sul versante locale, non è rimasto indifferente alla situazione del suo Municipio II governato dal centrosinistra (“non penso serva nessuna analisi particolarmente approfondita per rilevare un problema nel manico”) fino allo sguardo al futuro “riportiamo la Capitale d’Italia ad essere degna di tal nome”. Appassionato di basket, è consapevole di quanto sia difficile stare sotto canestro. Ma, allo stesso tempo, sa che non è ancora tempo per the last dance.

Ad un anno e mezzo dal voto parla di Roma solo o chi è entrato nel Pd da cinque minuti o chi ne è uscito da cinque minuti. Non è più tollerabile. Ma tutti quelli che invece in questi anni ci sono rimasti ed hanno lottato, nel Pd? Dove sono?”: così diceva Andrea Alemanni nell’ottobre 2019. In autunno è previsto il voto per le amministrative capitoline. È cambiato qualcosa in questo lasso di tempo?

Diciamo che non mi ero sbagliato troppo. Credo una cosa: nel Partito Democratico esiste la più grande comunità politica di amministratori e di militanti del Paese. Roma non fa eccezione. Il problema è che la politica nel 2021 va molto veloce e, spesso, si va più veloce da soli che in compagnia. Ma si va meno lontano. C’è una comunità che ha perso o vinto i congressi, ma che ha sempre rispettato il risultato, perché in democrazia si fa così. Queste sono le persone che meritano di guidare il nostro partito: quelle che hanno chiaro questo concetto. Detto questo, come Pd a Roma abbiamo il dovere di dare il contributo principale alle proposte per questa città. Tutti i migliori sindaci di Roma provengono dal Pd o dalla sua storia. Questo è un fatto.

Come si presenta il centrosinistra nella Capitale in vista delle urne? Eventuali sostegni esterni?

Io ho sempre detto che in una competizione del genere è impensabile andare da soli. Dobbiamo essere consci del nostro ruolo di forza di maggioranza relativa, ma non per questo chiuderci su noi stessi. Tradotto, più diretto: Carlo Calenda competa alle primarie. Se le vince sarà il sindaco di tutti e vincerà le elezioni. Ma perché non dovrebbe partecipare? L’obiettivo deve essere avere maggior forza per fare il sindaco, non travasare elettorato da una parte all’altra del campo del centrosinistra con l’unico risultato di far vincere la destra.

Alleanza con il M5S. Perché no? E perché, semmai, sì?

Qui il problema ha un nome e una storia. Quella di un pessimo sindaco. Anzi della prima sindaca donna della storia della nostra città. Purtroppo. Noi siamo stati sempre chiari: in assenza di Virginia Raggi il Movimento deve far parte della coalizione e partecipare alle primarie.

Da ex giocatore di basket ha stoppato il polverone che si è creato con la cosiddetta Concorsopoli in Regione. Ma che idea si è fatto sulla vicenda e cosa commenta?

Mauro Buschini con le sue dimissioni, totalmente non dovute, ha dato un segnale di rispetto verso l’istituzione, che va profondamente riconosciuto. Detto questo, vi prego, durante la pandemia più dura della storia recente viviamo nella Regione meglio amministrata d’Italia e modello per la campagna vaccinale. Sarà il caso di parlare di questo?

Nel Municipio II, dove è cresciuto anche (e non solo) politicamente, Guido Capraro si è dimesso da presidente del Consiglio. Dalle parti di via Dire Daua il Pd (in compagnia del centrosinistra) soffre di tafazzismo?

Conosco Guido e lo rispetto. Lui lo sa. Non dobbiamo dirci altro. Sul quadro generale, quando sei l’unico Municipio di Roma, a guida centrosinistra, ad aver cambiato tre assessori (mezza giunta), tre presidenti del Consiglio, ad aver mandato la lista civica all’opposizione, ad aver chiuso la commissione consiliare presieduta dai Giovani Democratici, a non aver costruito nessun rapporto con i consiglieri Cinque Stelle e a non avere i numeri in Aula per revocare la carica al vicepresidente vicario di Fratelli D’Italia… che devo dire? Non penso serva nessuna analisi particolarmente approfondita, per rilevare un problema nel manico. Basta la cronaca senza commento.

Amministratori, classe dirigente, giovani leve: è pronto il Pd a vendicare lo tsunami a Cinque Stelle del 2016?

Le cose sono molto diverse da cinque anni fa. Sia per gli equilibri nazionali sia per l’evoluzione delle vicende locali. Non sarà una campagna elettorale facile, perché i romani sono esausti e li capisco. Ma dobbiamo essere seri. Abbiamo decine di amministratori bravissimi. Una organizzazione giovanile che ha punte di eccellenza assolute (penso, ad esempio, a casa mia nel Municipio II). Riflettiamo a cosa è stata Roma con Gianni Alemanno e con la Raggi. E poi ricordiamoci che siamo nella Regione, lo ripeto, meglio amministrata del Paese. Prendiamoci le nostre responsabilità, mettiamo da parte qualche egoismo di troppo, e riportiamo la Capitale d’Italia ad essere degna di tal nome. 

Pubblicato venerdì, 9 Aprile 2021 @ 07:00:00     © RIPRODUZIONE RISERVATA