Il presidente Avis Lisiola: “Lei ce l’ha fatta perché prima dell’emergenza altri donatori hanno rispettato la tempistica”
Il caso di Alessia ha risvegliato la donazione di sangue a Civitavecchia.
Un sussulto improvviso, che ha fatto riscoprire l’importanza di un gesto generoso ma al contempo utile per chi si adopera.
Al centro trasfusionale Villotti vengono prese prenotazioni soltanto a partire dalla prossima settimana, perché c’è il pienone.
Numeri che all’associazione e dei donatori civitavecchiesi non vedevano da parecchio e che evidenziano due aspetti: quando serve, Civitavecchia non solo sa essere generosa ma è capace di riscoprirsi comunità.
Dall’altra, si sono riaffacciati al Centro Trasfusionale volti che non si vedevano da tempo.
Se ne deduce che non è stata data continuità alla donazione, il che non rende Civitavecchia autonoma dal punto di vista del sangue e non la consolida nell’ambito della rete regionale.
«Sono contento e allo stesso tempo furioso – commenta il presidente dell’Avis Civitavecchia Fabio Lisiola – perché da una parte la solidarietà è una dote che in città ancora si riscontra. Dall’altra però emergenze del genere si superano solo se la dispensa è piena.
È importante che sia sempre presente sangue di riserva così da evitare di andare in affanno. Il flusso di sacche fra entrata e uscita deve essere costante e l’unico modo per riuscirci è dare continuità alle donazioni. Alessia ha potuto far fronte alla necessità perché prima dell’emergenza altri donatori hanno rispettato la tempistica. Serve che lo facciano tutti».