Bracciano. Ospedale "Padre Pio" salvo nei numeri. E adesso? • Terzo Binario News

Bracciano. Ospedale “Padre Pio” salvo nei numeri. E adesso?

Giu 2, 2015 | Bracciano, Politica, Sanità

L'ospedale Padre Pio di Bracciano

L’ospedale Padre Pio di Bracciano

DEA, PS, Obi, 57 posti, 36 ore, etc. E le risorse umane come e “quanto” si materializzeranno?

Dai decreti ai fatti, dalle etichette ai turni in reparto. Si danno i numeri e si appiccicano targhe alle forme del servizio pubblico. La sanità non si vive nei Piani nazionali e neppure nei rivolgimenti giudiridici. Ma sulla pelle di pazienti e operatori.

E sono tutti da vedere i segni che lascerà il pur fondamentale nuovo provvedimento regionale, il decreto 97/2015 firmato il 21 maggio scorso dal Commissario alla Sanità del Lazio Nicola Zingaretti, atteso in questa afosa e fumosa primavera di stallo totale per il nosocomio braccianese.

Nel dettaglio, il decreto salva-“Padre Pio”, annullando l’effetto del precedente decreto sforbiciatore del dicembre 2014 (che va ricordato, firmato dallo stesso Zingaretti, smantellava il pronto soccorso e dimezzava i posti di degenza, tramutando la struttura in un centro smistamento e di primo intervento) trasforma il “Padre Pio” di Bracciano e il “San Paolo” di Civitavecchia in un unico polo ospedaliero, o stabilimento sanitario che dir si voglia.

E promette nuove assunzioni o meglio ricambi del personale e “travasi” al polo suddetto per rispondere alla necessità di organico appartenente tanto a Civitavecchia quanto soprattutto a Bracciano, dove ora non solo come da decreto il pronto soccorso dovrà funzionare a normale regime, ma ci saranno 57 posti letto reali da coprire (25 posti di Chirurgia, 2 di terapia intensiva post-chirurgica e 4 all’Obi, la vera novità, ossia l’Osservazione breve intensiva. Una modalità assistenziale che prevede la permanenza del paziente da zero a 36 ore, allestita per la prima volta nell’ospedale braccianese, e dove vengono inviati dal ps quei casi che non necessitano ricovero immediato, ma di una terapia con osservazione per alcune ore e di un approfondimento diagnostico).

Una grande soddisfazione, anzi un respiro di sollievo per gli oltre 200mila abitanti del comprensorio sabatino e per gli amministratori accorsi il 25 maggio alla conferenza di presentazione del decreto avvenuta a Bracciano alla presenza del Presidente Zingaretti. Ma come in quell’occasione, anche oggi gli operatori del nosocomio di Bracciano e i rappresentanti del comitato per la difesa del “Padre Pio” si esprimono accorati per fare chiarezza con la popolazione e trasmettere il messaggio che bisogna stare sempre all’erta per monitorare l’applicazione del decreto. Che ora verrà recepito dalla Asl RmF, dal Direttore Generale Giuseppe Quintavalle, quindi attivato. Sostituendo il precedente piano aziendale riferito al decreto dicembrino, così annullato. Un complesso meccanismo di adattamento quello dal decreto alla gestione pratica della Asl e del polo Bracciano-Civitavecchia, che va considerato come un unico organismo. Sul quale gli operatori stanno vigilando.

“I cittadini devono sapere che non è un fatto irrilevante tornare ad avere nero su bianco un ospedale reale, con i suoi tre reparti e il ps attivo. Certo, ci hanno riconsegnato un ospedale di pronto soccorso. Bisogna però rendersi pure conto che non c’è niente di scontato. Come operatori siamo sospesi, perchè all’interno non è ancora cambiato nulla” affermano dal comitato.

“Mercoledì avremo una riunione anche con gli amministratori, e tireremo le somme per capire come saranno applicate le indicazioni del decreto. Dopo cinque anni di battaglia non si raccoglie solo l’onore di un pezzo di carta, ma anche la grande responsabilità di dargli corpo e sostanza. Grosse sono le lacune nel funzionamento attuale del ‘Padre Pio’. Chirurgia è inoperosa, mancano i chirurghi, specialmente quelli ortopedici. Va avanti solo la piccola day surgery e i chirurghi sono rimpinguati con tre medici profumatamente pagati per venire in trasferta dal Sant’Andrea, ma solo per coprire i turni di guardia e non per operare”. Ora, il direttore Quintavalle ventila uno schema 4 + 4, annunciando una deroga dal blocco assunzioni, che sta paralizzando il “Padre Pio”. Dovrebbero anzi dovranno arrivare chirurghi e anestesisti. Ma, si chiedono gli operatori del comitato “questi otto sono previsti per il cosiddeto ‘polo'”, quindi come verranno distribuiti? Quanti giungeranno a Bracciano? Occorre trovare subito una soluzione. “Ci pare ovvio che andrà trovata una buona sinergia e integrazione con Civitavecchia. Qualcuno desiderava riaprire anche Ostetricia, ma sappiamo che non abbiamo in numeri, per ora maneniamo salde le prospettive del decreto 97/2015”. Il reparto Ostetricia e Ginecologia è chiuso da anni, in quanto il “Padre Pio” non possiede i numeri, ovvero i 500 parti l’anno. Anche il “San Paolo” di Civitavecchia non ha i requisiti ma ha accorpato il reparto a quello di Tarquinia, recependone l’organico. Questione di interazioni.