La paventata e temuta scelta operata dal Consiglio dei Ministri di “comporre i diversi interessi implicati” condividendo “i pareri favorevoli all’accoglimento della richiesta” di rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA) è arrivata.
Il piano industriale della Bracciano Ambiente ha avuto il via libera in barba ai vincoli che gravano sull’area, già abbondantemente compromessa, dove – secondo quelli che sono i piani – verranno realizzati un impianto per il trattamento del percolato, un laghetto di fitodepurazione, un digestore anaerobico (leggi impianto a biogas) da 30.000 tons ed un TMB da 130.000 tons.. Tutte opere sovradimensionate per quelli che sono gli effettivi bisogni del territorio ovvero degli stessi comuni che fino a poco tempo fa, prima della chiusura, conferivano a Cupinoro.
Né rassicurano le dichiarazioni concilianti rilasciate dal sindaco di Bracciano in queste ore. Quelle che sono le reali intenzioni del management della Bracciano Ambiente e del comune di Bracciano sono scolpite nel piano industriale, nel rinnovo dell’AIA e nella richiesta di VIA per la costruzione del nuovo invaso denominato VAIRA 1. Manca completamente qualsiasi riferimento, se non per qualche generica parola, alla messa in sicurezza della vecchia discarica, agli accantonamenti per il post mortem, all’esecuzione di una indagine seria sullo stato di integrità delle matrici ambientali.
Stante ciò, l’amministrazione del Comune di Cerveteri non potrà che confermare la determinata contrarietà a questo, più volte espressa e da ultimo confermata nella mozione approvata all’unanimità nel Consiglio dello scorso 23 maggio e nella lettera che il Sindaco ha inviato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri a tutti gli enti facenti parte della conferenza dei servizi. Non crediamo vi sia necessità di attendere le motivazioni per capire che siamo in presenza di un provvedimento che apre la porta ad un altro scempio. Dovranno pertanto essere messe in campo tutte le iniziative possibili per contrastare, anche attraverso le vie legali, lo scenario che si sta, purtroppo, delineando.
E’ giunta l’ora di opporsi fermamente, senza se e senza ma, all’ennesimo insulto perpetrato, nella certezza che non vi sia la necessità di un polo industriale dei rifiuti per un territorio la cui vocazione ed il cui sviluppo passa per la valorizzazione dei tesori archeologici e paesaggistici presenti ed oggi scavalcati da una decisione che lascia letteralmente sbigottiti ed amareggiati.
Stefano Bibbolino
Consigliere Comunale di Cerveteri Gruppo Anno Zero