Il Governatore: “Nessun sindaco di candidi”; gli artigiani: “Non ce lo possiamo permettere”
«Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha comunicato i siti in Italia idonei a ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari. Spetta ora agli enti locali candidarsi a ospitarlo.
Il Lazio ha il maggior numero di siti idonei (21), tutti nel viterbese, nei Comuni di Montalto di Castro, Canino, Cellere, Ischia di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello, Corchiano, Gallese, Tarquinia, Tuscania, Arlena di Castro, Piansano, Tessennano.
Mi auguro che nessun sindaco del Lazio candidi il proprio Comune a ospitare il deposito».
Lo dichiara il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca.
Così dalla Cna: “Ci siamo opposti fin dal primo momento. Continueremo a farlo per difendere il nostro territorio”. La segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia, Luigia Melaragni, conferma il “no convinto” all’ipotesi di realizzazione del sito nella Tuscia.
Arlena di Castro, Canino, Cellere, Corchiano, Gallese, Ischia di Castro, Montalto di Castro, Piansano, Soriano nel Cimino, Tarquinia, Tessennano, Tuscania, Vasanello, Vignanello sono i comuni a rischio.
“Nel 2021 ci siamo schierati al fianco dei sindaci – dice Melaragni – quando le possibilità di vederci calare dall’alto il deposito erano 22 su 67. Oggi queste possibilità sono cresciute: il nostro territorio conta 21 possibilità su 51. Dopo tutte le servitù energetiche, un gap ultradecennale sulla infrastrutture da colmare e una vocazione turistica dove finalmente inizia a vedersi qualche risultato, l’arrivo del sito di scorie radioattive per noi è inaccettabile. Non ce lo possiamo permettere”.
Melaragni sottolinea infine un altro aspetto: “Stiamo lavorando per tutelare e valorizzare il patrimonio culturale, ambientale, naturale e paesaggistico della Tuscia. Ribadiamo il concetto: le nostre ragioni devono avere una sola voce da portare al governo: istituzioni, portatori di interessi e possibilmente rappresentanti del nostro territorio”.