Terminata l’occupazione del Liceo Pertini a Ladispoli un altro fronte di protesta si apre nel territorio. Ad occupare questa volta è l’ISIS Enrico Mattei di Cerveteri. Il motivo della protesta è riportato nella lettera inviata dagli studenti e che riportiamo per intero.
La situazione Italiana è critica, siamo sull’orlo della povertà più tragica, e la crisi economica si riflette nei settori che da sempre hanno sofferto nel nostro paese, primo fra tutti l’istruzione pubblica. Strutture decadenti, scarsità di personale e mancanza di materiali, per non parlare della privatizzazione della scuola pubblica, che vuole rendere un’azienda quella che dovrebbe essere un diritto, e della disoccupazione giovanile arrivata al 40%, facendo perdere speranze e sogni a molti costretti a migrare all’estero per trovare un futuro.
L’Enrico Mattei di Cerveteri non fa eccezione. Anche qui si ripresentano le stesse problematiche, con mura ammuffite, finestre e bagni non a norma, infiltrazioni d’acqua dal soffitto e la palestra di nuovo inagibile.
In una situazione del genere le istituzioni preposte, in primis la provincia che ha sotto la sua giurisdizione l’Enrico Mattei, ma anche qualsiasi altra, come comune, Stato o Regione non sono riuscite a dare un segnale, ma come accade di solito, hanno solamente sventagliato proclami, scadenze, promesse e scuse che inesorabilmente hanno ridotto la scuola in pessime condizioni.
Per questo, dove non arrivano le istituzioni, arriveremo noi, noi studenti. Non possiamo rimanere con le mani in mano a guardare che la nostra scuola cada a pezzi o che venga privatizzata, oppure tacere di fronte alla mancanza di lavoro e futuro per noi giovani; per questo abbiamo deciso di muoverci, di fare qualcosa, di mandare un segnale sfruttando le poche armi che abbiamo e far vedere che non servono burocrazia, molti soldi e progetti da premio Nobel per riuscire a smuovere qualcosa, ma basta la volontà e la voglia di voler veramente cambiare le cose.
Abbiamo quindi cominciato questa iniziativa di occupazione dell’istituto scolastico, dove istituiremo dei corsi di formazione, conferenze culturali e pratiche, iniziative di bonifica e decoro del plesso scolastico e altre attività volte al miglioramento della struttura.
Tramite tale azione volgiamo ribadire a professori, preside, provincia, istituzioni e a chi pensa che siamo una generazione perduta, che noi siamo qui, pronti a combattere per difendere i nostri diritti, sperando che i nostri sforzi vengano ascoltati e interpretati come stimolo da coloro che fino ad ora hanno ridotto il sistema sociale italiano ad un vecchio straccio rotto; perché in tempi normali i giovani ricevono l’esempio, ma in tempi di crisi lo danno.
Gli studenti dell’Enrico Mattei