Riceviamo e pubblichiamo – Le politiche sociali sono sempre state un fiore all’occhiello di Ladispoli. La nostra città infatti ha sempre vantato servizi di assistenza sociale all’avanguardia, talvolta inesistenti in altri Comuni, capaci di coinvolgere persone e strutture. Una significativa rete di assistenza strategica che nel corso degli anni (a causa di dinamiche prettamente politiche) è andata progressivamente al tracollo. La mancata partecipazione, da parte della nostra amministrazione, verso tutti quei bandi regionali ed europei (che potevano garantire fondi preziosi per una gestione più che dignitosa dell’assistenza sociale), ha contestualmente prodotto una serie di “pasticci amministrativi” l’uno dopo l’altro.
Basti pensare alle continue chiusure e riaperture dello sportello anti-violenza (un servizio efficace e funzionale, ma privo di ogni tipo di sostegno e valorizzazione politica), oppure ai “tagli” delle RSA (non pienamente riconducibili, come più volte sottolineato dallo stesso Governatore Zingaretti, ai poteri Regionali).
Impossibile poi non menzionare le lacune del regolamento della prima infanzia (un regolamento che la città attendeva da anni, ma che ancora ad oggi risulta privo di un fattivo programma di controllo delle strutture per l’infanzia) o le innumerevoli difficoltà a cui devono far fronte tutte le associazioni di volontariato del nostro territorio (associazioni che, nonostante il mancato sostegno da parte dell’ente comunale, con grande senso civico e soprattutto grande cuore, continuano a prestare assistenza sociale pur non disponendo di una sede fisica che gli permetta di poter prestare dei servizi in maniera più strutturata e progettuale).
Una lunga serie di casi che, aldilà della loro complessità, dovevano far riflettere questo amministrativo sull’azione di governo esercitata in questi ultimi anni (ma che al contrario sono divenuti improbabili cavalli di battaglia per una mera e squallida campagna elettorale a spese dei cittadini più vulnerabili).
Se consideriamo una città dai numeri importanti come Ladispoli, è impensabile che l’esercizio delle politiche sociali possano continuare ad essere gestite (come dimostrato in questi ultimi anni) da chi non è capace di essere all’altezza di questo compito. Mettersi a disposizione del prossimo è cosa seria, per questi motivi chi sarà a chiamato a governare in futuro non dovrà solo rimediare ai danni causati dalla “mala-gestio”, ma dovrà anche necessariamente (con una visione di politica aperta, attiva e partecipata) incrementare le risorse da mettere a servizio della nostra città.
Lucia Cordeschi & Daniele Pierangelini per “CUORI LADISPOLANI”