Elezioni Ladispoli 2017, il “Partito della Somma” sfida il dissenso • Terzo Binario News

Vorrei riproporre ai lettori un articolo pubblicato quattro mesi fa  (Lettera aperta al Pd di Ladispoli quando alcune alleanze, certi innesti e certi addii ancora non erano stati ufficializzati. Allora riportai, sotto forma di editoriale, alcune osservazioni personali che pensavo potessero essere da stimolo al dibattito pubblico. Avanzai l’ipotesi che, in particolare a Ladispoli (ma come altrove), alla luce del nuovo afflato civico che percorreva il Partito Democratico, il suo gruppo dirigente maggioritario fosse più che solleticato dall’idea della grande ammucchiata, intesa come una formula di alleanza nella quale l’apertura indiscriminata non sia altro che chiusura difensiva di fronte allo spettro dell’antipolitica.

Il rischio all’orizzonte, di fronte alla spinta del M5S e di altre forze contrarie al sistema politico locale quale si è strutturato negli ultimi decenni, mi sembrava potesse essere la rinuncia alla politica e l’assunzione di un criterio matematico, anziché politico, nel ridisegnare il campo da gioco elettorale.

Complice anche l’assenza di un leader naturale all’interno della classe dirigente dell’era paliottiana, la mozione vincente sarebbe stata quella ispirata al “principio della somma”. Fa nulla se tocca sommare pere e mele, quel che conta è il totale, il volume del totale. Segnalavo anche il progressivo isolamento e allontanamento della componente giovanile che per anni ha animato il circolo dem di Ladispoli e mi permettevo di dire che “sarebbe un errore imperdonabile da parte del Pd pensare che sia auspicabile non averli fra i piedi”.

La risposta a questi rilievi disinteressati fu scandita, in rapida sequenza, da un silenzio irritato, dalla conferma della presentazione del simbolo in risposta alle voci contrarie e dalla rappresentazione delle primarie come panacea di tutti i mali. La riflessione, però, era tutta politica e restò inevasa. Oggi, in un quadro più definito, quasi tutto ciò che veniva lì prefigurato, di fatto, è accaduto.

Le primarie sono state oggettivamente poco partecipate (1500 iscritti e 1052 votanti su oltre 29 mila aventi diritto), la grande coalizione allargata al centrodestra è stata ufficializzata, anche se non viene mai chiamata con il suo nome proprio, il Partito Democratico ha continuato a perdere pezzi nella sua parte più giovane e vitale (si veda il recente addio dell’ex segretario dei Giovani Democratici Ion Marian) e la spaccatura in atto a livello nazionale ha soltanto accelerato ciò che covava da tempo all’interno del circolo territoriale.
Anche l’ex vicesindaco Peppe Loddo ha abbandonato una nave che, per i suoi gusti, si stava facendo un po’ troppo affollata. Ora si presenta con una coalizione alternativa che avrà senso, come tale, solo qualora escludesse qualsiasi apparentamento prima o dopo il ballottaggio.

Qualche giorno fa si è aggiunto in pianta stabile alla coalizione per Pierini sindaco anche Governo Civico per Ladispoli, tornando indietro rispetto a quanto annunciato nella sede ladispolana il 18 febbraio dal sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci:

“Non credano le forze politiche del territorio che dialogano con noi che le scelte di Governo Civico a Cerveteri e a Ladispoli possano essere scisse. Le scelte che faremo sul territorio saranno profondamente legate”.

Come non detto. Governo Civico e Pd vanno a braccetto a Ladispoli e si guardano in cagnesco a Cerveteri.

Interessante è, poi, il ruolo di Forza Italia, che a Ladispoli, dopo un’iniziale possibilismo di Stefano Penge su un dialogo con Marco Pierini e una candidatura tentata (dell’onorevole Lehner, che gentilmente ha rifiutato) e abortita, presenta il candidato sindaco in solitaria.

Ma ora che i giochi sembrano fatti – il candidato annunciato a stampa e cittadini è Gianfranco Fioravanti – il consigliere regionale Adriano Palozzi esprime la criptica preoccupazione che il simbolo di Forza Italia possa trasformarsi “in un taxi a ore per far vincere il Pd”. Insomma, se lo dicono persino i dirigenti forzisti, qualche dubbio che alla fine anche Forza Italia finisca nel calderone con Pd, Ladispoli Città, Governo Civico, Ruscito, Cagiola ed altri, rimane. D’altra parte dentro la coalizione dell’assessore ai lavori pubblici gli ex forzisti non mancano affatto. Primo fra tutti Piero Ruscito, candidato sindaco sostenuto da Forza Italia e uscito sconfitto dal ballottaggio contro Paliotta nel 2007. Ora si propone convintamente nella lista di Ladispoli Città per Marco Pierini sindaco.

Ecco allora sfilare, in tutta la sua eterogenea compattezza, la Große Koalition ladispolana, il “Partito della Somma”, dentro il quale il Pd sembra rimpicciolire fino a scomparire, edificato mattone dopo mattone intorno alle “primarie del centrosinistra” vinte dall’ex Udc Marco Pierini.

Se guardiamo ai candidati della coalizione Ladispoli Protagonista e ci limitiamo a contare i voti delle amministrative 2012, ci viene la tentazione di dire che la partita è chiusa. Il guaio è che in politica la matematica è, all’opposto del motto, un’opinione. Nel senso che varia col variare delle opinioni. La Francia dovrebbe insegnare qualcosa. Asfaltati i partiti tradizionali, lì si è aperto un corridoio al centro in cui si è abilmente infilato Macron. Qui, invece, lo schiacciamento al centro, nella preoccupazione di blindare numericamente la competizione elettorale e marcare stretto il M5S, rischia di aprire un’autostrada alla destra di Alessandro Grando e liberare spazi consistenti alla sinistra di Peppe Loddo. Non che la trasversalità manchi nelle altre coalizioni, anzi, rimane forse il tratto caratteristico di questa tornata, ma altrove certe discrasie ci si è preoccupati di camuffarle meglio.

Pubblicato martedì, 25 Aprile 2017 @ 14:30:48     © RIPRODUZIONE RISERVATA