“Quale difensore del vigile A.F. debbo innanzitutto deplorare la fuga di notizie circa le indagini che la Procura della Repubblica ha da poco avviato, tra l’altro anche a carico del mio assistito; la dovizia di particolari che sono stati pubblicati fa fondatamente supporre che i giornalisti (forse solo alcuni “privilegiati”) siano venuti in possesso di atti e/o documenti riservati e coperti dal segreto istruttorio.
Stupisce in ogni caso che la stampa continui a divulgare nomi e cognomi di persone indagate, nei cui confronti debbono essere svolti ancora i dovuti approfondimenti e che vengono praticamente additati come responsabili di comportamenti penalmente rilevanti.
In particolare per il mio assistito gli inquirenti debbono essere incappati in un vero e proprio equivoco e mi auguro che presto sarà dimostrata l’assoluta insussistenza dei fatti ipotizzati dal (provvisorio) capo d’accusa, poiché A.F. non ha mai e poi mai trafugato documentazione relativa al concorso, al quale effettivamente la figlia ha partecipato in maniera del tutto regolare e senza alcun “aiutino” da parte di chicchessia, tanto da non risultare vincitrice, ma solo idonea al 36.mo posto in graduatoria con esito non certo brillante”.
Avv. Pietro Messina