La questione trasparenza del sito web del comune di Ladispoli ha tenuto banco durante tutto il week end. L’emergere delle segnalazioni inviate dall’ANAC al Comune di Ladispoli ha creato imbarazzo nell’amministrazione che, nei giorni scorsi, aveva smentito in maniera categorica le tesi di coloro i quali sostenevano che il sito web del comune avesse delle falle in termini di trasparenza.
IL PUNTO DI VISTA DI PALIOTTA – Sull’accaduto il Sindaco Paliotta intervistato ha voluto chiarire la sua posizione. “L’Anac – ha dichiarato il sindaco – è stata sollecitata da un esposto perché non c’era alcuna “attenzione” particolare. Detto questo, le inadempienze sono tutte in via di risoluzione perché in gran parte riguardano aggiornamenti di dati già presenti.”
Il Sindaco prende quindi atto che i punti posti dall’ANAC vanno risolti e precisa anche quanto dichiarato nei giorni scorsi. “Quello che abbiamo detto nei giorni scorsi – continua – riguardava la”Bussola della trasparenza e lo confermiamo, basta verificare sul sito del Ministero. La lettera Anac è successiva e non smentisce il dato della “Bussola”“.
Il Sindaco però ci tiene a fare una riflessione di carattere più generale criticando alcuni punti del D.lgs 33/2013, che norma la trasparenza dei siti web degli enti della pubblica amministrazione. “Nessun comune italiano è riuscito finora a mettersi a pieno regime con una normativa che prevede centinaia di adempimenti da aggiornare poi anno per anno. Basti pensare che ogni comune deve dedicare esclusivamente a questa attività personale e risorse nello stesso momento nel quale si bloccano le assunzioni e si tagliano i fondi. Non è la prima volta che per legge si enunciano principi e poi non si danno i mezzi per applicarli. Da parte nostra comunque abbiamo fatto tutte le delibere e le nomine che la legge prevede.”
CONSIDERAZIONI SUL D.LGS 33/2013 – Nelle parole del sindaco trapela naturalmente l’imbarazzo per la situazione ma, al contempo, viene sollevato un problema reale. Così com’è il D.Lgs 33/2013 richiede agli enti pubblici uno sforzo forse eccessivo. La legge risulta molto complessa anche per chi è un addetto ai lavori, ma va detto che esistono dei comuni che riescono ad applicarla alla lettera. Raffaele Cantone, presidente dell’ANAC, in un’intervista sabato scorso ad Italia Oggi parlava, infatti, di “fare il tagliando” a questa legge per semplificarla e per garantire da un lato la trasparenza e dall’altra la privacy degli amministratori. Le considerazioni di Cantone insistono soprattutto sulla sezione relativa alla pubblicazione dei dati reddituali di dirigenti ed eletti. Nonostante ciò, va detto che la normativa ad oggi è questa e non solo gli enti pubblici sono vessati da norme a volte di difficile applicazione. Basti pensare alle tante norme che in Italia rendono impossibile ai cittadini anche gli adempimenti più banali. Tuttavia, in caso di controllo ai cittadini, non è consentito farsi scudo dietro considerazioni di merito.
DI CHI SONO LE RESPONSABILITA’ – Preso atto delle difficoltà oggettive nell’applicazione della legge, va detto però che una falla in questa vicenda c’è stata e va oltre l’assenza o l’aggiornamento di qualche documento. Ha stupito infatti la spavalderia con la quale l’Amministrazione ha difeso la propria posizione pur esistendo l’evidenza che qualcosa non andava. Nonostante i dubbi sollevati nel 2013 dalla nostra testata, dopo l’annuncio azzardato dato dal Comune che si proclamò primo in trasparenza, siamo più volte tornati a sottolineare che la fonte dei controlli adottata del comune non era ufficiale. Lo stesso Ministero delle Funzione Pubblica ci sottolineava a chiare lettere che la “Bussola della Trasparenza” non è uno strumento esaustivo e quindi non certifica da soli i siti web degli enti.
E’ chiaro inoltre che il Paliotta non ha potuto effettuare un controllo esaustivo della rispondenza della sezione trasparenza del sito con la legge (un sindaco sicuramente ha ben altri problemi da risolvere). Viene da pensare quindi che qualcuno ha tradito la fiducia del Sindaco rassicurandolo pur di fronte all’evidenza della segnalazione sul sito ANAC. Il comune di Ladispoli c’è da sottolineare che sulla trasparenza si è dimostrato molto attento al punto da nominare un apposito delegato, Stefano Lodolini. Il diretto interessato ieri in un’intervista ammetteva l’errore di valutazione sottolineando che le cause di questa svista vanno ricercate nella carenza di personale. Nonostante ciò per mesi invece di lanciare l’allarme (che emerge solo ora che i buoi sono scappati) Lodolini si è trincerato sostenendo con forza che tutto era apposto. Dopo essere stati additati per giorni di aver diffuso su questo caso notizie false, sarebbe quantomeno opportuno un bagno di umiltà, perché sbagliare è umano, perseverare è diabolico.
Vedremo se questa debacle porterà ad una presa d’atto della situazione con conseguenti dimissioni o se tutto passerà in cavalleria in pieno Italian style.