La Urbano rincara la dose: “Sarebbe un volano economico ma non si muove nessuno”
Le bellezze di Civitavecchia possono far ripartire l’economia? Sì e pure l’occupazione, secondo le guide turistiche della città che sono più di quanto non si immagini. E da dove ripartire? Ma dal simbolo della “città d’incanto” ovvero il Forte Michelangelo che di scorci e attrazioni ne presenta più di quante non si immagini. Ma è chiuso e quindi una risorsa potenzialmente validissima diventa inutilizzabile.

Una precisazione: non è chiusa tutta la fortezza rinascimentale ma solo il museo del Maschio che però, escluso dai circuiti cittadini, rende meno accattivante per i turisti la permanenza in città. «Per quanto si trova esposto – racconta Natalina Urbano, vice presidente Agilo – quel museo per esempio andrebbe in competizione con le esposizioni delle macchine di Leonardo di Roma. Vi sono conservate riproduzioni funzionanti che restano sconosciute ai più ed è un peccato. Sarebbe un piacere mostrarlo non solo agli stranieri, ma anche agli italiani o ai civitavecchiesi».
Però c’è di mezzo la burocrazia: <Per la competenza del museo, che spetta al Pincio, bisogna fare i conti con un continuo rimpallo le responsabilità all’interno degli uffici senza pensare che questa sarebbe promozione turistica formidabile. Non solo: permetterebbe di far rientrare le guide locali attualmente impiegate a Roma. Visto il periodo poi, adesso sarebbe perfetto svolgere la formazione. E non si si trinceri dietro l’alibi la presenza di barriere architettoniche, perché di soluzioni ci sono» conclude la Urbano.
Attualmente in città le guide sono circa 200, di cui un’ottantina iscritte ad Agilo. In 25, tramite la Incitur si sono formate in città: «Molte guide locali sono costrette all’esodo – spiega la socia Incitur Pamela Marchetti – e avrebbero la possibilità di lavorare qui se il Maschio fosse inserito nel circuito cittadino. Sarebbe un volano incredibile in diversi settori»