L'italiana Immuni nel network di cooperazione con le altre app europee • Terzo Binario News

L’italiana Immuni nel network di cooperazione con le altre app europee

Gen 5, 2021 | Dal Web

Foto: geralt / Pixabay

Benché sia già trascorso circa un anno dallo scoppio della pandemia, o per meglio dire da quello che viene riconosciuto come il momento della dichiarazione ufficiale del suo inizio, lo sforzo profuso per il contenimento dei contagi è ancora grande. Decine di migliaia sono le donne e gli uomini delle forze dell’ordine messi in campo per i tanti controlli soprattutto nelle vie dello shopping.

Il nostro Paese ha ormai imparato a conoscere la famosa app Immuni per il tracciamento dei contatti mediante l’installazione su dispositivi mobili, che ha già superato la soglia di 10 milioni di download, su cui sono state spese molte parole di critica sul piano dei criteri di scelta fra le soluzioni al tempo candidate e sul suo concreto dispiegamento; talvolta aspetti controversi colti prontamente per strutturare una polemica politica, piuttosto che per proporre soluzioni che migliorassero l’efficienza dello strumento.

Ad ogni modo con l’arrivo dell’autunno si è attuato il cambio di gestione della app Immuni come era nei piani, passando dalla società privata milanese Bending Spoons al controllo diretto dello Stato tramite i tecnici in organico a Sogei e PagoPA. A coordinare il lavoro dei tecnici della Società Generale d’Informatica sono il Commissario Straordinario per l’Emergenza Domenico Arcuri, il Ministero della Salute presieduto da Roberto Speranza e il Ministero dell’Innovazione presieduto da Paola Pisano.

Il sito Web REVIEWBOX descrive il meccanismo alla base di Immuni che sfrutta la tecnologia Bluetooth Low Energy e non utilizza dati di geolocalizzazione di alcun genere, inclusi quelli del GPS. Quando le persone si avvicinano i segnali casuali del Bluetooth vengono registrati dai terminali in forma anonima, così il sistema in automatico sarà in grado di mandare un alert a tutti quelli che hanno avvicinato una persona dichiarato positiva dal personale sanitario.

Per aumentare l’efficacia del tracciamento all’interno dello spazio comunitario, da metà settembre è partita la sperimentazione dell’interoperabilità fra i database delle app dedicati dei singoli Stati dell’Unione Europea. Come quello che è stato denominato sistema Gateway gli utenti possono trasmettere e ricevere gli avvisi automatizzati se si verifica il contagio o l’approssimazione ad altre persone risultate positive che potrebbero aver trasmesso il virus.

Lasciando da parte le valutazioni sulle differenti soluzioni tecniche adottate, questo genere di applicazione sono molto utili, forse sarebbe più opportuno dire fondamentali come ausilio per l’azione pubblica di contenimento dei contagi. I primi esempi dei benefici vengono dall’Asia, dove la Cina, Corea del Sud e Singapore continuano a dimostrare la sua indispensabilità.

A livello globale sono più del 10% i cittadini che usano il contact tracing da smartphone, con dei picchi del 50% di popolazione in Paesi più avvezzi all’uso delle nuove tecnologie. È scesa in campo anche la l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che ha sviluppato l’app “Who My Health”, ideata anche per i Paesi più poveri (disponibile in inglese, francese, cinese, spagnolo, arabo e russo). Non è un’app di tracciamento come Immuni, ma fornisce indicazioni sulle migliori pratiche di comportamento da adottare in ogni momento e combattere al tempo stesso la disinformazione sull’argomento.