Oggi non è un giorno normale! Non possiamo banalizzare sempre tutto. Il cambiamento dello stato di essere Donna è vero, ha portato modi e motivi diversi riguardo l’8 marzo, ma nessuno deve dimenticare che la Donna fino a poco più di mezzo secolo fa era considerata ufficialmente un essere inferiore.
Nei ricordi vedo gli occhi seri e la tensione dei muscoli facciali della mia mamma, quando raccontava tutto ciò che non era la Donna. Lei non era femminista, l’età e la poca predisposizione a darsi dei confini non lo permetteva. Però evidentemente una forte attenzione al problema c’era, visto che ha insegnato a leggere alla nipote di soli quattro anni, Adele Cambria, diventata una giornalista molto attenta e vicina al movimento.
Quando raccontava di una giovinezza passata a non poter scegliere, non poter dire la propria, essere continuamente classificata in quanto Donna, si vedeva chiaramente quanto tutto ciò fosse ingiusto. Si capiva come la metà degli italiani fosse visto come un oggetto, come un utensile, pensante a volte, ma nei suoi limiti e confini ben precisi. Il voto, quello che oggi snobbiamo tanto e non per colpa nostra, è stato certamente un segno importante, ma nella lettura storica odierna, è l’inizio anche di quella divisione, che ancor oggi è palpabile nelle donne.
Si è rivelato il contentino per molte, che si sono riaddormentate, che continuano ancor oggi ad andare a votare con il foglietto scritto dal marito. Con la fine degli anni 60 la Donna si è divisa, sia tra il suo genere che verso l’intera popolazione. Si è smarcata cavalcando e utilizzando cavalli che allora potevano sembrare anormali, ma oggi, col senno di poi, erano gli unici possibili per arrivare a conquistare un minimo di visibilità, di ascolto. Nonostante qualche incongruenza, al movimento femminista dobbiamo molto, non tutto, perché come è oggi evidente, il potere forte, quello che condiziona le masse, ha riportato la Donna verso l’immagine dell’oggetto.
Certamente non è come prima, sicuramente passi in avanti sono stati fatti, ma sono inezie se l’obiettivo è la vera parità di genere. Leggendo le cronache di allora, la violenza, fisica e psicologica è presente, esattamente come oggi. Forse ieri c’era meno consapevolezza, informazione. Ma se proprio noi uomini, tutti, nessuno escluso, me compreso, non cambiamo questo atavico, a volte nascosto, latente, ma vivo modo di considerare la Donna, loro da sole non potranno mai farcela.
Mi rivolgo anche a voi, Donne che vi siete accontentate, risvegliate quel senso sopito di giustezza e parità, non siate convinte che se Dio vi ha fatto diverse è un segno del destino, Dio vi ha fatto meglio e inoltre la storia vi ha anche temprato. Esigete il rispetto, dentro e fuori casa, anche più di quello che si merita un uomo, perché voi Donne siete e meritate molto di più!