Dopo il consiglio di ieri in cui il primo cittadino ha usato toni sgarbati contro la consigliera
“Il Marchese del Grando dell'”Io sono io e voi…”.
Basterebbe questo riferimento cinematografico per descrivere l’imbarazzante, offensivo e tutt’altro che istituzionale atteggiamento del poco marchese e cortese sindaco.
Non ce ne voglia il compianto e geniale Monicelli se utilizziamo come metafora la sua opera cinematografica accostandola alla volgare e cafona arroganza di una persona che ignora i più basilari comportamenti etici e le buone maniere.
Non vogliamo nemmeno strumentalizzare il fatto che l’arroganza del, purtroppo per Ladispoli, primo cittadino fosse rivolta a una donna, una consigliera.
Ciò che vogliamo fortemente stigmatizzare è invece l’arroganza e la supponenza che i toni e le parole del sindaco lasciavano trapelare.
Entrando poi nel merito della questione sembra paradossale che il “capo” di una coalizione a cui è stato demandato il governo della città dia così tanta importanza ai dirigenti comunali (senza nulla togliere) e così poca al proprio operato.
Sembra quasi che Grando&Co abbiano demandato al segretario comunale e ai vari dirigenti la visione e la programmazione politica di Ladispoli. Non bisogna essere dei costituzionalisti per capire che alcuni atti vengono formalmente gestiti dagli organi preposti ma non prima di aver ricevuto l’imprimatur da parte di chi detiene il “potere” politico.
Ed è forse proprio nella parola “potere” che regna tutta la gestione di questa giunta che dei bisogni dei cittadini e/o dei laboriosi lavoratori non ha interesse alcuno.
Ci perdoni ancora Monicelli ma “io sono io e voi…” non deve più trovare albergo né a Ladispoli né ialtrove. Il cittadino e i suoi bisogni devono essere al centro dei progetti politici.
Ci perdoni Grando se avrà difficoltà a comprendere anche queste parole”.
Amelia Mollica Graziano