La riflessione di fine 2024 di Maria Grazia Verzani
Anche il 2024 è finito e, mentre aspetto il nuovo anno, mi tornano alla mente vetusti ritornelli ed incipit come: “L’anno vecchio se ne va e mai più ritornerà…” oppure il richiamo di leopardiana memoria: “Almanacchi nuovi, lunari nuovi…!”.
In quello la Speranza in un futuro migliore, anche se insieme al desiderio di un anno nuovo c’era sempre la nostalgia di tutte le cose che finiscono. Tutto il ‘900 è terminato con un cinquantennio di Pace dopo due guerre mondiali , ma ecco il secolo XXI, iniziato con il botto: crollate le Torri Gemelle, la tregua si è dileguata; venti di vendetta hanno alimentano fuochi di guerre estenuanti in vari angoli della terra. Poi un grido di allarme, una parola nuova che incute il terrore: la PANDEMIA, anni di chiusura, d’incertezze per grandi e meno grandi. Le mascherine hanno invaso il campo visivo: siamo diventati tutti parte di un esercito di pecore al macello contro un virus universale.
L’Umanità inerme, pian piano però è tornata a vivere, è riuscita a riemergere, a ricominciare, apprezzando la vita, soprattutto l’oggi più che l’ieri e il domani.
Quest’anno nuovo di zecca sta arrivando ed ecco gli consegno in fretta una valigia piena di dolori, lutti, e catastrofi, poche speranze, gioie e rimpianti?… un’infinità, tutti accumulati in un solo tragico anno. Molti miei coetanei si sono defilati come tanti velieri all’orizzonte e, con essi, se ne sta andando per sempre il ‘ 900, che non è solo una data di confine, ma un pezzo di vissuto dell’Umanità.
Esperienze di ogni tipo, due guerre Mondiali combattute dai nonni o dai padri che ci hanno lasciato ferite profonde, seguite da scontri ideologici, ma anche la Pace e numerosi progressi.
Chi siamo oggi, noi sopravvissuti a questo passato? Ci sentiamo dinosauri, destinati all’estinzione, sepolti da un’ondata d’indifferenza, ma insieme a noi scompare un secolo di storia, ricordi di esperienze per capire errori e conquiste, evoluzioni ed involuzioni e le ragioni più profonde dell’essere. Davanti al pragmatismo e all’indifferenza del carpe diem quotidiano chi ha interesse a cancellare anche dai libri di testo la storia e con lei la speranza di lasciare delle radici solide? L’aquilone riuscirà a volare lontano sostenuto dall’esile filo senza cadere o perdersi? Quindi un invito ai NOSTRI giovani e meno giovani: non recidete il fil rouge che vi unisce al passato, vi aiuterà per affrontare il futuro con maggiore sapienza e coraggio, perché questo sembra mancare ai nostri giorni, soprattutto nei più il coraggio e fiducia nella propria capacità di reagire e combattere come nel passato. Basterebbe ricordare l’incipit dantesco: ”Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” che in fin dei conti non ha mai fallito.
Nella via intanto la voce del venditore grida: “Almanacchi nuovi e lunari nuovi, per il nuovo anno ne volete?”
Maria Grazia Verzani