Grando saluta la Lega ma gli manca un approdo politico • Terzo Binario News

Il 23 novembre scorso è uscito un articolo su Terzobinario.it in cui si collegava l’abbandono di Ferdinando Cervo della maggioranza come sintomo di un malanno politico e che vedeva come il sindaco Alessandro Grando sempre più lontano dalla Lega (QUI il link) . Ieri la notizia del suo addio ufficiale.

Non che fosse difficile prevedere questo scenario ma bisogna fare attenzione a degli aspetti che hanno fatto muovere i pezzi sulla scacchiera politica locale.

In primis, la tempistica che coincide con l’imminenza delle elezioni europee, le quali chiameranno alle urne i cittadini l’8 e 9 giugno. Non è un mistero che a Grando sarebbe piaciuto correre per un seggio a Bruxelles ma c’è un problema (e veniamo al secondo aspetto) tutt’altro che trascurabile: il Carroccio è in caduta libera. Si è visto in Sardegna e si è avuta la conferma in Basilicata, dove con il 7% dei voti è finito dietro Forza Italia e praticamente a pari merito con Azione di Calenda, che per giunta correva da sola. Un fallimento sparso per l’Italia che, tornando in ambito locale, ha costretto la Lega a virare su Massimiliano Grasso come candidato sindaco a Civitavecchia sebbene la Lega esprimesse il primo cittadino uscente Ernesto Tedesco. Emblema del precipitare degli eventi, con la stessa leadership di Salvini in discussione, se non proprio in crisi.

Grando ovviamente ha fiutato questo malessere ma prima di lui lo ha fiutato Giuseppe Cangemi, a cui il primo cittadino ladispolano fa riferimento in Regione. E di lui si parla per un trasloco dentro Forza Italia, più che verso Fratelli d’Italia sebbene quest’ultimo sembri approdo più consono e affine all’inquilino di palazzo Falcone.

Pure qui però servono alcune considerazioni. Intanto, se è vera l’idea della corsa alle Europee, oggi la Lega non garantisce affatto un seggio in funzione della percentuale bassa di preferenze. E nemmeno Fratelli d’Italia lo garantisce, ma per il motivo opposto. Infatti per andare al Parlamento Europeo servono candidature “pesanti”, che dietro di loro muovono quantità considerevoli di voti e non è questo il caso.

Ecco perché la virata sugli ex berlusconiani, anche se al momento si tratta solo di una voce.

Come una voce è quella di un rimpasto di giunta, per il quale sorge una domanda semplicissima: in un’amministrazione de facto monocolore, chi ha la forza politica per poter richiedere un rimpasto?

a.v.

Pubblicato mercoledì, 24 Aprile 2024 @ 06:56:00     © RIPRODUZIONE RISERVATA