Il grande processo di ampliamento e sviluppo che sta avvenendo negli ultimi anni nello scalo civitavecchiese non trovava riscontro con la rete logistica infrastrutturale che lo riguardava, ora si sta raggiungendo un primo traguardo che segnala la dovuta attenzione che oggi viene data per lo sviluppo di un comprensorio che ospita uno dei più importanti porti nazionali, il completamento della Civitavecchia-Orte, frutto di un minuzioso lavoro portato a compimento con la sinergia tra Regione Lazio, Autorità Portuale e comuni interessati. Questo è un dato di rilevante importanza per la competitività dello scalo stesso, soprattutto rivolto al settore del trasporto su gomma, settore già molto delicato che deve fare i conti con una concorrenza spietata e costi gestionali di consumo in continuo aumento (il caro gasolio, assicurazione, autostrada, ecc…). A tali ingenti costi si aggiungono, per i trasportatori del comprensorio, gli aggravi dovuti al divieto di transito nei comuni di S.Marinella e Civitavecchia, giustamente deliberato negli anni 80/90 per motivi ambientali e di sicurezza, ma al quale non ha corrisposto una valida alternativa con vie complanari per raggiungere il porto, rendendo così l’unico tragitto percorribile quello autostradale con tanto di pedaggio. Per ovviare a questa situazione, in quegli anni la Regione Lazio deliberò il rimborso ai trasportatori locali la consegna delle Viacard riconosciute soltanto al casello di Civitavecchia Sud. Il problema sembrava risolto, fin quando nel 2008, la Regione eliminato dal bilancio lo stanziamento per il fondo destinato al pagamento di quel pedaggio, scaricando, da allora, il costo ai trasportatori che a tutt’oggi non hanno la possibilità di raggiungere lo scalo se non attraverso l’A12 e tornando indietro dalla strada statale, allungando inoltre, il percorso di svariati chilometri. Questa situazione, come già detto, comporta un aggravio di costi che si aggirano tra i 15 e 20 mila euro l’anno per trasportatore, riducendo così la competitività del settore comprensoriale. Ci sembra al quanto doveroso, sia per l’importanza strategica del settore che per la grave crisi che attanaglia il nostro paese, proporre soluzioni che vadano a incentivare l’imprenditoria che si è sviluppata da sempre attorno alle attività portuali, chiedendo che la Regione si attivi per il declassamento del tratto autostradale, considerato che insiste nel comprensorio da 40 anni circa ed ha ben ripagato il suo investimento iniziale, agevolando così i cittadini che quotidianamente si recano nella capitale per lavoro e rendendo più appetibile, per la riduzione di costi, il traffico passeggeri e merci da e per il porto.
Per la Segreteria Alfonso Astuti