“Il potere di una parola non dipende dal suo significato ma dall’immagine che essa suscita.” (Le Bon G., Psicologia delle masse,1895).
Sono varie le parole che ormai siamo abituati a leggere sui social ed, in particolare, diversi termini vengono utilizzati ma in fondo tutti uguali nell’immagine che suscitano: aggressività al limite della violenza verbale.
Essenzialmente molti messaggi subdoli a vario titolo… Fino ad arrivare ai più recenti:
“A buon intenditor poche parole”, “ci pensiamo noi!”, allusioni da parte di uno squadrismo in una nuova marcia in aiuto verso la vittima sacrificale probabilmente… dell’intero scenario che rappresenta!
Si coglie l’occasione per ringraziare il Sindaco, primo cittadino tra i cittadini, nostro rappresentante e garante della sicurezza urbana, per aver rilasciato il suo comunicato a favore del rispetto civile, arginando i commenti giudicanti le parole, violentemente sprezzanti, del consigliere Ardita, giustificandone il comportamento dettato dall’emotività.
Tuttavia, la domanda di riflessione continua ad emergere nell’esigenza di fare chiarezza sugli obiettivi che si intendano perseguire: perché favorire l’immagine del “caprio espiatorio” consolidando un atteggiamento vittimistico? E se proprio in tal modo si favorissero ideologie estremiste?
Ed ancora, cosa davvero deve essere controllato per la sicurezza pubblica?
La dimensione sociale è fondamentale per lo sviluppo di ciascun individuo e per un buon adattamento e funzionamento della personalità; il contrario, invece, quando il gruppo sociale viene ricondotto alla “folla”, dove predomina un’anima collettiva primitiva, confusa nella credenza instillata nelle menti! In questo caso la razionalità è solo apparente: l’idea-credenza viene assunta come verità assoluta attraverso continue ripetizioni del messaggio che inevitabilmente riveste un potere contagioso…
Soprattutto tenendo conto dell’utilità delle mozioni contro ogni forma di violenza che devono rimanere debitamente lontane da forme mascherate di strumentalizzazioni politiche, collaboreremo a monitorare il clima teso ed allarmante, riservandoci di darne comunicazione se necessario anche al Prefetto”.
Catia Ciancio
Progetto legalità