Alessandro Battilocchio si racconta. L'impegno nel territorio, le missioni internazionali e un pensiero a Bruxelles • Terzo Binario News

Alessandro Battilocchio si racconta. L’impegno nel territorio, le missioni internazionali e un pensiero a Bruxelles

Ott 7, 2013 | Allumiere, Bracciano, Cerveteri, Fiumicino, Ladispoli, Tarquinia, Tolfa

battilocchio3A soli 19 anni è stato Assessore alla Cultura di Tolfa, a 23 anni era già sindaco. È iniziata così la carriera politica di Alessandro Battilocchio, che di lì a poco l’avrebbe portato a diventare il più giovane deputato del Parlamento europeo (dal 2004 al 2009). Di fede socialista, Battilocchio si è candidato in diverse formazioni ed è stato vice segretario nazionale del Nuovo Partito Socialista Italiano.  Nel 2009, nonostante le sue 24mila preferenze, non viene rieletto al Parlamento europeo perché la sua lista – Sinistra e Libertà – non supera la nuova soglia di sbarramento. Da sempre in prima linea nel mondo del volontariato e della cooperazione internazionale, ha svolto diverse missioni diplomatiche e umanitarie. Nel 2008 è stato nominato dall’Unicef “Difensore dei diritti dell’Infanzia” grazie al suo impegno internazionale al fianco dei minori. Nel 2011 entra a far parte del Comitato Esecutivo dell’Ipalmo, Istituto per le relazioni tra l’Italia, l’Africa, l’America Latina, il Medio e l’Estremo Oriente. In tutti questi anni non ha mai perso il suo rapporto con il territorio d’origine.

  • Dottor Battilocchio, dopo tanti anni di politica in prima linea oggi è tornato al suo impegno di sempre, la cooperazione e il volontariato. Come nasce questa vocazione? 

E’ un impegno pregresso, che nasce dalla mia formazione scout e dalla volontà di rimanere vicino agli ultimi e di aiutare chi ha più bisogno.

  • Tanti progetti svolti in diversi Paesi del mondo … 

Abbiamo svolto diverse missioni in aree con grandi necessità e zone di conflitto: Kosovo, Libano, Albania, Afghanistan, Pakistan, Moldavia, Caucaso e Sahara Occidentale. Proprio quest’ultima zona sarà la nostra prossima meta che vedrà impegnata una delegazione aperta al fianco del popolo Saharawi: grazie alla raccolta fondi realizzata con il contributo di un’asta in cui è stata venduta la maglia del calciatore Iniesta potremo portare dei pannelli solari per rendere autosufficienti dieci famiglie nei campi profughi saharawi. È la quarta missione tra il popolo saharawi, parte di un lavoro più ampio che ha visto anche l’accoglienza di 400 bambini in Italia e il gemellaggio di diversi comuni. Molti progetti sono stati realizzati con la collaborazione del Ministero degli Esteri, della Difesa e delle ambasciate locali.

  • Il suo mandato di parlamentare europeo è stato il punto più alto della sua carriera politica, che cosa rimane di quella esperienza?

Il legame con Bruxelles è rimasto molto forte. Continuo a lavorare presso il Parlamento europeo nell’ambito della Commissione Sviluppo e della Cooperazione, come osservatore elettorale e nelle missioni diplomatiche dell’Unione europea con gli altri Paesi.

  • Tuttavia, la sua attività politica non si è interrotta … Quale il suo impegno e chi sono i suoi referenti?

In questi anni, pur non essendo stato rieletto, ho continuato a mantenere ottimi rapporti con molti amministratori locali e vari esponenti politici. Ho sempre coltivato una dimensione globale e una locale insieme. L’ultima tessera risale al 2008, quando provammo a fare una costituente socialista col nuovo PSI, senza successo. I miei referenti sono Cicchitto, Caldoro, Brunetta, De Michelis, tutti della famiglia socialista.

  • Lei si è sempre definito socialista, anche se si è schierato con diverse liste e partiti. Perché secondo Lei un socialista oggi deve stare nel centrodestra?

battilocchio1La mia formazione socialista viene sia da una spinta ideale sia da una tradizione familiare. Io sono entrato nel Psi quando tutti uscivano, perché condividevo i valori del socialismo riformista. Oggi un craxiano può stare solo nel centrodestra perché è da questa parte che i socialisti in questi anni hanno avuto uno spazio maggiore, hanno trovato ospitalità e accoglienza. Si tratta di un’anomalia tutta italiana, dove il centrosinistra è sui generis, mosso dal giustizialismo e tenuto insieme, ora più che mai, dall’antiberlusconismo.

  • Come vede la situazione politica italiana, anche dal suo punto di vista internazionale? Quali i principali problemi da affrontare nell’immediato?

E’ una situazione ingessata, caratterizzata da immobilismo. La fase è talmente grave, soprattutto dal punto di vista economico, da richiedere un periodo di vera tregua tra le forze politiche, che dovrebbero mettersi insieme. Nel centrodestra spero prevalga la componente moderata, quella più ragionante e non barricadera. Deve ricostituirsi una forza che faccia capo al popolo dei moderati. All’estero c’è grande preoccupazione per la situazione italiana: le nostre dinamiche non vengono comprese.

I principali problemi sono l’economia e l’occupazione: oggi per la prima volta in Italia le nuove generazioni staranno peggio dei propri genitori. Ma vi è anche la necessità di semplificare la burocrazia che si traduce in lentocrazia, ostacolando lo sviluppo del Paese.

  • Da esperto di geopolitica e diplomazia, come è cambiata la politica estera dell’Italia?

Purtroppo paghiamo l’instabilità politica interna. Abbiamo perso molto peso rispetto al passato. Io credo che dovremmo guardare molto di più al Mediterraneo, un tempo chiamato il “mare nsotrum”, riprenderci un ruolo che è stato storicamente il nostro: negli ultimi 20 anni abbiamo pensato più all’Europa e l’Europa ha pensato più all’Est che al Sud.

  • Come membro del Comitato Esecutivo dell’Ipalmo, l’Istituto per le relazioni tra l’Italia, l’Africa, l’America Latina, il Medio e l’Estremo Oriente, ha seguito il fenomeno della cosiddetta Primavera araba. E’ stata una bolla di sapone?

E’ stato un fenomeno importantissimo, ancora in divenire e in evoluzione, caratterizzato da elementi totalmente nuovi: per la prima volta ha coinvolto una moltitudine di giovani, istruiti e preparati, non ha avuto un carattere religioso e non è stato mosso da pregiudizi antiamericani e antioccidentali. Purtroppo nelle elezioni hanno prevalso forze meglio organizzate come i partiti filoislamici e noi ci siamo lasciati scavalcare dagli Stati Uniti e non abbiamo capito l’importanza di avere forti legami con i Paesi arabi, che hanno un’ampia manodopera qualificata e grandi potenzialità economiche.

  • Nella prossima primavera si terranno le elezioni europee. Sta già scaldando i motori?

In questi cinque anni ho mantenuto un forte legame con il mio ex collegio di elezione (Lazio, Toscana, Marche, Umbria). La rete di contatti non solo è rimasta intatti ma si è ampliata. A Bruxelles ho passato cinque anni molto belli, intensi e appassionanti, da qui a primavera può succedere di tutto e il quadro politico è in continua evoluzione. Vedremo …