A Ladispoli nuovo presidio domenica per la pace in Palestina • Terzo Binario News

A Ladispoli nuovo presidio domenica per la pace in Palestina

Ott 27, 2023 | Ladispoli, Politica

Domenica dalle 10 alle 13 presidio per la pace in Palestina in piazza Rossellini a Ladispoli.

Appuntamento di domenica 29 del Comitato per la Pace della Palestina
che si è costituito domenica scorsa dove ha raccolto, e già inviato, la somma di 400 euro proveniente dalle offerte.

Di seguito, la lettera di Aya, 22 anni, dalla Striscia di Gaza.

comitato palestina ladispoli (1)

Aya Ashour, membro del Comitato per la Costruzione della Casa internazionale delle Donne, amica e sorella del gruppo Gaza FREEstyle da diversi anni.
Il suo messaggio è stato inviato in inglese, con la richiesta di traduzione in italiano per la diffusione:

Salve, sono Aya Ashour e vi parlo da Gaza nel tredicesimo giorno di questa guerra iniziata il 7 ottobre nella Striscia, dove oggi vivono 2 milioni e 200 mila persone in un’area che non supera i 365 chilometri quadrati, di cui circa 3.500 persone tra cui donne e bambini sono state uccise.
Ci sono circa 12.000 feriti, e ci sono ancora 1.300 dispersi sotto le macerie delle case, di cui 700 bambini. Queste sono le statistiche del Ministero della Sanità palestinese a Gaza al momento in cui scrivo queste parole.
In questi giorni, elicotteri, carri armati e navi da guerra dell’occupazione hanno bombardato tutto: ospedali, scuole, ambulanze, veicoli per la disinfezione, quartieri, valichi, bambini, università, medici, stampa e media, organizzazioni internazionali e per i diritti umani, e anche i nostri sogni.
Come può la mente umana comprendere che un ospedale viene preso di mira e più di 500 persone vengono uccise, tra cui medici, infermieri, bambini e donne sfollati dalle loro case, tutti uccisi nello stesso momento!
Come può la mente umana comprendere che ci sono più di 1.300 persone scomparse dall’inizio della guerra! Come si fa a capire che Gaza è stata bombardata con il quantitativo di un quarto di bomba nucleare?
La città è stata completamente rasa al suolo. Ci sono quartieri e zone di cui rimangono solo macerie.
La mia caffetteria preferita e le piazze dove ho conosciuto i miei amici sono scomparse. Ho perso anche i miei amici. Ho perso il mio amico giornalista Ibrahim Lafi, il mio amico Abdul Rahman al-Tanani, la mia amica Maryam, mio zio e suo figlio.
Cosa ci è rimasto? Siamo diventati numeri!
I numeri dei martiri, dei feriti, dei dispersi e degli sfollati, i numeri dei letti d’ospedale e delle code per il pane e le cure, i numeri delle ore di tregua e delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e delle Nazioni Unite, i numeri dei missili, degli obiettivi, dei proiettili e delle granate, i numeri delle ore di incontri tra arabi e arabi e sionisti e arabi e arabi e occidentali per risolvere la nostra questione, i numeri.
Dalle ore di tregua umanitaria e dai convogli di aiuti che hanno lasciato i corpi morti di noi palestinesi.
Siamo palestinesi, chi racconterà al mondo i nostri sogni? Dei nostri desideri? Chi cancellerà la notizia del nostro martirio dalle breaking news e racconterà al mondo le nostre vere storie! Anni di assedio e un’aggressione dopo l’altra
Ho passato tutta la mia vita a Gaza, ventidue anni, senza vedere il mondo esterno. Per tutta la vita ho sognato di avere una borsa per trasportare i miei sogni e di lasciare questa città senza fare ritorno, sperando di trovare opportunità al di fuori di essa.
Ora muoio dalla voglia di restare e che Gaza non si perda ulteriormente perché non merita tutto questo terrorismo.

Aya Ahour, 22 anni, Striscia di Gaza.
20/10/2023