“Il Pd ha presentato ai romani un sindaco chiedendo la loro fiducia, con la candidatura di Marino che era molto innovativa e appariva di grande forza, e poi dopo due anni ha deciso di farlo dimettere perché non siamo andati da nessuna parte, mancava un progetto, una lettura e una visione della città. Non entro nel merito se sia stato giusto o sbagliato ma questo è un fatto enorme, l’ultima espressione di una rovinosa caduta, di una divisione politica e di un’emergenza in cui siamo finiti e non certo da oggi. Tutto è cominciato dopo la sconfitta del 2008 e con la nascita del Pd, con il conflitto di logiche di potere che ci ha allontanato dalla città che nel frattempo è cambiata moltissimo con l’esplodere della crisi. Non mi convince che un partito, seppur commissariato, debba andare alle elezioni solo individuando una persona, un candidato sindaco, ma serve la politica, la direzione di marcia, un’idea di città”. Così il deputato Pd, Roberto Morassut, durante la presentazione presso la Casa dell’Architettura di “Roma senza Capitale. La crisi del Campidoglio e il bisogno di una nuova comunità”, libro-intervista tra Morassut e Pietro Spataro che analizza la situazione di Roma. “Questa macchina egizia non funziona più neanche agli occhi dei cittadini, è evidente che va cambiata, c’è un grande tema di riorganizzazione amministrativa e democratica a partire dall’area vasta e dall’interconnessione. Non basta chiudere o accorpare i circoli o fare qualche banchetto, magari con molta enfasi: a Roma serve la politica”.
Partito Democratico, Morassut: “Al partito non bastano circoli e banchetti, serve la politica”
