Nell’ambito di un fascicolo di indagini riguardante è emerso uno stralcio di quelle relative all’inchiesta sulla lottizzazione in zona La Lobbra a Bracciano. Una questione che vede coinvolti privati, ma anche professionisti, dirigenti del Comune di Bracciano e della Regione Lazio e sulla quale la Procura ha avviato numerosi procedimenti dei quali uno, direttamente connesso al Pdl La Lobbra e non solo, ha portato all’imputazione dell’Ing. Di Matteo per avere falsamente rappresentato in due distinte relazioni inviate al Giudice Amministrativo e all’Ufficio di Vigilanza della Regione Lazio una inesistente viabilità pubblica per accedere alla La Lobbra. Vale a dire che il Pdl La Lobbra è stato approvata, realizzata e venduta senza prevedere una strada pubblica che ne garantisse l’accesso.
Particolari importanti nell’indagine emergono dall’interrogatorio dell’Arch. Vanessa Signore allora responsabile del SUA (Sportello Unico per l’Edilizia) del comune di Bracciano.
Dal verbale dell’interrogatorio che si è svolto il 4 marzo scorso la donna viene incalzata dalle domande relative a delle intercettazioni effettuate dalla Procura e delle quali la Signore confermerebbe il contenuto.
Vanessa Signore durante tutto l’interrogatorio punta il dito contro il Dirigente Di Matteo, suo superiore, che avrebbe su questa vicenda dimostrato un accanimento mai applicato in altre vicende analoghe. Una disparità di trattamento dimostrata dal fatto che “mai era accaduto che senza preventivo sopralluogo fosse intervenuta l’avvio del procedimento amministrativo” ha dichiarato la Signore.
La vicenda nasce tra l’altro da un esposto anonimo sul quale la Signore conferma i suoi dubbi sulla paternità. La Signore riferendosi ai nominativi che hanno sottoscritto l’esposto dichiara apertamente: “ritenni immediatamente che quei nomi erano stati posti come copertura di un esposto anonimo ed anche per quel motivo ritenni di non partecipare e di non avere nessuna intenzione di partecipare ad eventuali sopralluoghi non da me disposti”.
Si parla di sopralluoghi, ma Vanessa Signore non è affatto convinta che ce ne sia stato uno. Alla domanda specifica la risposta è netta: “Che io sappia no. Io dissi solo che non ci sarei andata come ho specificato”. Da qui il dubbio “Nella fattispecie invece il Di Matteo senza attendere il sopralluogo, instaurò dapprima il procedimento e solo successivamente, senza il mio consenso, chiese alla Polizia Locale di effettuare il sopralluogo presso l’area Cimaglia”.
Un ultimo aspetto inquietante della vicenda riguarda la conservazione degli atti nel Comune di Bracciano, vicenda per la quale sono aperte ancora indagini sull’attendibilità del protocollo. L’Arch. Signore ritiene di non essere stata in grado di poter disporre di tutta la documentazione necessaria per valutare la situazione e che i faldoni. “L’Ing. Di Matteo senza concordare nulla con me, che ero la responsabile delle pratiche, di portare via dall’Ufficio tutti i faldoni relativi alle pratiche delle DIA e dei permessi a costruire del 2010.” Tale documentazione sarebbe stata invece trasferita in armadi appositamente comprati e chiusi a chiave per impedirne l’accesso.
Si attende ora il giudizio sulla vicenda sul quale l’Ing. Di Matteo avrà avuto modo di esporre la propria versione.