Tromba d’aria o tornado. In tanti si stanno interrogando su come chiamare il fenomeno che ha seminato distruzione su un lungo tratto da Ladispoli a Cesano, passando per Cerveteri ed Anguillara.
A chiarirci il perché è avvenuto un fenomeno del genere abbiamo chiamato il meteorologo Flavio Galbiati del Centro Epson Meteo, che quotidianamente fornisce le previsioni alle reti Mediaset.
TORNADO E TROMBA D’ARIA SONO LA STESSA COSA
Sul punto tromba d’aria o tornado Galbiati sgombera il campo dagli equivoci “Tromba d’aria e tornado sono la stessa cosa. Siamo abituati ad accomunare il termine tornado solo agli eventi che si verificano negli Stati Uniti, in particolare a quelli di forte intensità, ma in realtà si tratta dello stesso fenomeno. Possiamo chiamare quindi quelli di ieri a Ladispoli e Cesano con il loro vero nome che è tornado. Parliamo di tornado ogni volta che si genera un vortice d’aria rotante che va dal cumulonembo (la nube temporalesca) fino al suolo.”
NON SIAMO DI FRONTE AD UN FENOMENO DEL TUTTO ECCEZIONALE
Nelle zone del litorale e dell’immediato entroterra non si ricorda a memoria d’uomo un fenomeno così violento anche se per Flavio Galbiati non si tratterebbe di un evento eccezionale in senso assoluto. “In Italia – spiega l’esperto – fenomeni di questa intensità si sono rivisti, basti pensare a quello dell’anno scorso nel Veneto. Sicuramente per alcune zone possono sembrare una novità e comunque sono frutto di un trend sul quale si sta concentrando l’attenzione degli esperti“. L’intensità dei tornado si valuta in termini di Scala Enhanced Fujita (da EF0 a EF5); solo con l’analisi da parte di esperti dei danni a Ladispoli si potrà assegnare un valore preciso, ma probabilmente si tratta di uno tra gli eventi più intensi degli ultimi anni, paragonabile o di poco inferiore a quello che nel luglio 2015 colpì il Veneto e che venne fu classificato come EF4.
EVENTI SEMPRE PIU’ FREQUENTI A CAUSA DAL SURRISCALDAMENTO DEL MEDITERRANEO
Un evento da un lato eccezionale quindi, ma che potrebbe essere legato al mutamento climatico globale. Così Flavio Galbiati ci spiega come avvengono certi fenomeni: “Alla base di tutto ci sta l’energia e questa si trova soprattutto nelle masse d’aria calde ed umide, tipiche dalle vostre zone proprio in questo periodo. L’arrivo di una corrente gelida da nord ha fatto sì che si creasse una discesa repentina di aria fredda dalle alte quote verso il suolo che ha sollevato violentemente l’aria caldo umida presente in superficie. L’umidità salendo si condensa creando le nuvole temporalesche. A seconda della quantità di energia e della violenza di questo spostamento di masse d’aria possono generarsi dei tornado”. Galbiati descrive una situazione esattamente identica a quella di questi giorni: un venerdì caldo, un sabato di forte vento caldo e molto umido e l’arrivo da nord di una corrente fredda. A rendere ancora più frequenti questi fenomeni vi sarebbe un surriscaldamento sempre maggiore della parte superficiale delle acque del Mediterraneo.
LADISPOLI E CESANO UNICO TORNADO O DUE DISTINTI?
Non è chiaro poi se quanto avvenuto a Ladispoli e Cesano sia frutto dello stesso tornado, ma a detta dell’esperto poco cambia. “Il tornado è stato generato dall’arrivo della perturbazione temporalesca che da sud ovest saliva verso nord est. Probabilmente le condizioni a Ladispoli erano le stesse di Cesano per cui un primo tornado che ha seminato distruzione a Ladispoli potrebbe essersi per strada affievolito per trovare poi nuovamente delle condizioni favorevoli, ricreandosi più a nord est. Entrambi gli episodi comunque derivano dalla stessa perturbazione che ha stazionato sul Lazio”.
DANNI POTEVANO ESSERE PEGGIORI
I danni provocati potevano essere ben superiori se non vi fosse stato di base il vento forte che ha fatto passare velocemente la perturbazione. A confermarlo Galbiati secondo cui “La velocità di spostamento di un vortice d’aria dipende dalla velocità di spostamento della nube temporalesca. Possiamo andare da pochi km/h (vedete spesso i cacciatori di tornato riuscire a seguire il fenomeno con un mezzo) a oltre 100 km/h.”
I PERIODI A RISCHIO
Il periodo più rischioso per la formazione di eventi così distruttivi è proprio questo, quando il mare in virtù dell’inerzia termica mantiene calda ed umida l’aria in superficie, mentre l’arrivo delle prime correnti fredde completa l’opera. “Nelle zone non marine come in Pianura Padana – conferma l’esperto – certi fenomeni si verificano soprattutto in piena estate quando è la terra ad essere ancora particolarmente calda”.
COME FARE PREVENZIONE
Ma come ci si può difendere dai tornado e che opera di prevenzione si può fare? Galbiati al proposito spiega: “Non siamo tra i paesi dove il fenomeno è particolarmente frequente come in altre zone del mondo. L’importante è la cultura e l’informazione dei cittadini. Già dalle scuole bisognerebbe spiegare bene come comportarsi durante le varie calamità naturali. Nel caso dei tornado, non essendo le nostre abitazioni dotate di bunker sotterraneo, basta dirigersi nelle zone interne dell’appartamento o meglio negli scantinati”.
Fondamentale resta anche la giusta interpretazione delle allerte meteo. I tornado non si possono prevedere, ma si possono conoscere quando ci sono le condizioni che potrebbero dare vita a forti temporali, da cui si generano i tornado; l’allerta di ieri prevedeva infatti un elevato rischio di formazione di forti temporali proprio per lo scontro di masse di aria calda e masse di aria fredda.


