Schiaffi, calci e pugni: “Cucchi ucciso dagli agenti”. Chiuse le indagini della procura di Roma • Terzo Binario News

La procura di Roma ha chiuso le indagini sulla morte di Stefano Cucchi, il geometra trentenne deceduto una settimana dopo il suo arresto, nel reparto di medicina protetta dell’ospedale Pertini, nell’ottobre del 2009. La procura di Roma contesta ai tre carabinieri che lo arrestarono il reato di omicidio preterintezionale. Gli stessi militari erano indagati da tempo per lesioni aggravate. Altri due carabinieri sono invece accusati di calunnia e falso. L’ipotesi di reato di omicidio preterintenzionale riguarda Raffaele D’Alessandro, Alessio Di Bernardo e Francesco Tedesco, mentre il falso e la calunnia riguardano Roberto Mandolini e Vincenzo Nicolardi.
“I carabinieri sono accusati di omicidio, calunnia e falso. Voglio dire a tutti che bisogna resistere, resistere, resistere. Ed avere fiducia nella giustizia”, ha scritto scrive su Facebook la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, commentando la notizia.
Avrebbero colpito Stefano Cucchi con “schiaffi”, “pugni” e “calci”, provocandone tra l’altro la “rovinosa caduta” a terra “con impatto al suolo “in regione sacrale” e cagionando al ragazzo lesioni “guaribili in 180 giorni” e in parte permanenti. E’ questa, in sintesi, l’accusa che la procura di Roma rivolge ai tre carabinieri che arrestarono Cucchi e che ora rischiano di finire a processo per omicidio preterintezionale. Sempre secondo i magistrati di piazzale Clodio che hanno firmato la chiusura delle indagini sulla morte del geometra romano avvenuta nell’ottobre del 2009, la condotta dei militari “unitamente” a quella “dei sanitari che avevano in cura Cucchi nel reparto di medicina protetta dell’ospedale Pertini”, avrebbe causato il decesso di Cucchi. in base alla ricostruzione della procura, il geometra trentenne, sarebbe stato picchiato dopo il suo arresto per droga e dopo la perquisizione effettuata nel suo appartamento.

Pubblicato mercoledì, 18 Gennaio 2017 @ 08:52:58     © RIPRODUZIONE RISERVATA