Ladispoli, caso Piazza Grande: Progetto Legalità scrive al parroco, al Vescovo e a Papa Francesco • Terzo Binario News

progetto campo sportivoRiceviamo e pubblichiamo il testo della lettera inviata dal Progetto Legalità Ladispoli Città al Parroco della Chiesa Sacro Cuore di Gesù di Ladispoli, al Vescovo e a Papa Francesco- 
Ecco la nostra lettera al Parroco e al Vescovo che (armati di speranza) abbiamo trasmesso anche al Papa

Al sig. Parroco della Chiesa Sacro Cuore di Gesù – Ladispoli

Sig. Parroco,

Noi siamo cristiani praticanti che, seguendo l’invito di Papa Francesco, si trovano in prima linea a difendere la legalità, la trasparenza e i diritti dei cittadini nei confronti di un’amministrazione comunale che, da troppo anni, si caratterizza per un costante disprezzo delle regole civili. E desideriamo esprimere il nostro profondo rammarico per avere visto la diffusione, per ne vie della città, di una Sua lettera a sostegno dell’Amministrazione comunale (proprio questa amministrazione!) e del progetto “piazza grande” (proprio quel progetto!), stranamente, nei giorni in cui si terrà una consultazione sull’argomento.

Ci consenta, da cristiani di dissentire, oltre che dal gesto, inopportuno, dalle parole di elogio da Lei espresse in quella lettera (link in basso)

E’ noto a tutti, infatti, che, già nel 2011, nel Senato della Repubblica è stata presentata un’interrogazione parlamentare dal titolo “gravi illegalità nella città di Ladispoli”. E’ altrettanto noto che il Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, nel 2014, ha inserito il Comune di Ladispoli tra gli enti che non rispettano gli obblighi di trasparenza. Sono noti a tutti le accuse, riportate dalle cronache dei giornali, di “polpette milionarie”, di “mazzette” e di “tangenti”, che non hanno mai trovato smentita e sono oggetto di indagini da parte degli organi inquirenti. Sono note a tutti le conversazioni dei nostri amministratori, pubblicate dagli organi di stampa, nell’ambito delle indagini per “mafia capitale”. E le sarà anche noto che la Sua lettera è stata indirizzata proprio a una persona oggetto di avviso di garanzia per falso ideologico (che non è proprio una qualità in linea con la dottrina cristiana).

Ma soprattutto, sig Parroco, non può esserLe sfuggito che l’affare del campo sportivo è anch’esso oggetto di esposto o denuncia, proprio perché riguarda una “vicenda oscura” che vede lo strano smarrimento di un atto di donazione dell’area al comune, una strana acquisizione per usucapione (con la consulenza di un amministratore locale dell’epoca) a favore di una società sportiva (diretta da altri amministratori locali dell’epoca), una strana svendita dell’area a un privato che ha prodotto il progetto, da lei apprezzato (guarda caso, altra famiglia di amministratori locali), grazie alla consulenza di un ulteriore amministratore locale.

Ci consenta di affermare che dopo tutto, comprenderà come l‘improvvisa e repentina trasformazione dell’area non si avvenuta per un “miracolo”, ma per ragioni molto più “terra terra”.

E aggiungiamo che questa Sua lettera, apparsa (miracolosamente!) proprio a ridosso del “cosiddetto” referendum, ha tutte le caratteristiche di una interferenza inopportuna o persino di sostegno (ci auguriamo inconsapevole e in buona fede) dell’amministrazione comunale più “impresentabile” che la città abbia mai avuto.

Ma c’è di più: questo referendum che il Sindaco finge di promuovere (come s fosse una concessione), rappresenta una vera menzogna, almeno per le seguenti ragioni:

il progetto è ormai stato approvato in Consiglio comunale, già prima di promuovere il referendum
il referendum, nel nostro comune, non è mai stato istituito, né regolamentato, quindi gli esiti non hanno alcun valore

Ciò vuol dire che il sindaco Paliotta ha mentito, sapendo di mentire, peraltro decidendo in modo arbitrario (non avendo mai, volutamente, approvato un regolamento) chi fare votare e su quale tema e giocando sulla seguente opzione:

a) se l’esito del referendum confermasse la volontà del comune, potrà apparire democratico e sentirsi rafforzato nella decisione (anche grazie alla sua lettera inopportuna);

b) se l’esito, invece, dovesse essere contrario, potrà sempre affermare che non ha valore e troverà d’accordo tutti i consiglieri che hanno già votato il progetto.

Sig. Parroco, ci farebbe piacere che si accorgesse di avere partecipato (siamo certi, in buona fede) a un raggiro e ci consenta di informarla che la Sua lettera, come era prevedibile, da diversi giorni viene distribuita nei bar e nei negozi della città, proprio per strumentalizzarla a sostegno della scelta dissennata dell’Amministrazione. Ma soprattutto, ecco l’aspetto più grave, nella lettera che gira per la città, come se fosse una volantino di propaganda politica, accanto alla Sua firma, a sostegno dell’Amministrazione e del progetto, è apposto un timbro con l’immagine di Cristo. Non è stata una bella trovata!

Quest’ultimo aspetto esprime la gravità del gesto: offende chi non è cristiano perché vi legge una indebita interferenza a sostegno di un’amministrazione imbarazzante; offende chi è cristiano perché non comprende la ragione di questo indebito e inopportuno utilizzo del simbolo della cristianità a sostegno di una questione “poco nobile” e ne avverte la contraddizione con l’impegno del Papa a favore della legalità e della distanza dai palazzi del potere.

Non si tratta di sostenere il miglioramento urbanistico dell’area. Conti alla mano, se vuole, potrà accorgersi che lo stesso risultato poteva essere raggiunto in modo nobile e con un vantaggio per tutta la collettività, piuttosto che attraverso un percorso tortuoso che porterà ai provati vantaggi economici straordinari.

Sig. Parroco, viviamo in un momento in cui siamo tutti allarmati per l’uso indebito che si fa della religione e per chi, utilizzando i simboli della fede vuole imporsi sugli altri e farebbe bene a tutti un richiamo alle “radici e ai valori della fede”, piuttosto che alle “decisioni del potere”.

Ci faccia sperare che si accorgerà di essersi sbagliato e di volere rimediare prendendo le distanze da questa brutta storia.

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per conoscenza:

Sua Santità Francesco, Casa Santa Marta, 00120 Città del Vaticano

S.E. Vescovo della diocesi di Porto S. Rufina

Pubblicato giovedì, 26 Novembre 2015 @ 18:41:30     © RIPRODUZIONE RISERVATA