E’ finita la fuga dei due rumeni evasi dal carcere di Rebibbia. Hanno trascorso i quattro giorni di latitanza nelle campagne intorno a Tivoli Terme, come si sospettava, e non si esclude che abbiano ricevuto il supporto di connazionali e amici. Secondo gli inquirenti, Diaconescu e Ciobanu si sono nascosti nei casolari della zona di Stacchini, un ex campo nomadi nei pressi della zona industriale.
Catalin Ciobanu si è consegnato ieri sera con il suo avvocato nella caserma dei carabinieri di Tivoli, Florin Mihai Diaconescu è stato arrestato alle prime luci dell’alba a bordo di un furgone dove erano presenti altri operai rumeni. Quando il furgone è stato fermato ad un posto di blocco dei carabinieri, il ventenne è sceso di corsa dal mezzo e ha tentato una breve fuga a piedi. Per il momento Diaconescu è nella caserma di Tivoli e nelle prossime ore verrà riportato nel carcere di Rebibbia, dove in nottata è rientrato Ciobanu.
Diaconescu doveva scontare una pena fino al 2021 per una rapina in villa, ma altri due anni e mezzo erano stati aggiunti per cumulo peno. Ed è considerato il più pericoloso tra i due, avendo nel curriculum criminale rapine e lesioni gravi oltre a due evasioni dai domiciliari. Ciobanu è sotto processo per sequestro di persona e morte come conseguenza di altro reato e sarebbe dovuto comparire in aula martedì 16 febbraio nel processo per la morte di un commerciante egiziano a Fidene al 2014, rapito con un altro romeno e morto di infarto durante il rapimento.
Diaconescu doveva scontare una pena fino al 2021 per una rapina in villa, ma altri due anni e mezzo erano stati aggiunti per cumulo peno. Ed è considerato il più pericoloso tra i due, avendo nel curriculum criminale rapine e lesioni gravi oltre a due evasioni dai domiciliari. Ciobanu è sotto processo per sequestro di persona e morte come conseguenza di altro reato e sarebbe dovuto comparire in aula martedì 16 febbraio nel processo per la morte di un commerciante egiziano a Fidene al 2014, rapito con un altro romeno e morto di infarto durante il rapimento.
Sull’evasione dei due rumeni dal carcere di Rebibbia sono state aperte due inchieste, una da parte della procura di Roma e l’altra dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria sulle misure di sicurezza a Rebibbia e su cosa non abbia funzionato. Da giorni, i sindacati denunciano che il pomeriggio della fuga erano presenti soltanto due agenti di polizia penitenziaria per 150 reclusi. Di diverso avviso il capo del Dap Santi Consolo, convinto che ci fossero 9 agenti per 300 carcerati.
Pubblicato giovedì, 18 Febbraio 2016 @ 10:42:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA