Terremoto in casa Tolfa, dove si è dimesso il tecnico Michele Micheli dopo il pareggio per 3-3 con cui i collinari sono stati rimontati a Capranica. Al suo posto la società ha ingaggiato Emiliano Cafarelli.
È successo tutto nel giro di poche ore. Micheli ha preferito rimettere il mandato nelle mani della dirigenza dopo un avvio stentato, che ha relegato i biancorossi a metà classifica, lontani per 11 punti dal vertice con una squadra allestita per vincere. In realtà il tecnico ha deciso di pagare per tutti dopo l’ultima uscita, con alcune tensioni emerse durante e dopo la gara di Capranica ma che covavano già da tempo e che solo qualche risultato positivo aveva tenuto sopite.
In questo senso, scontato chiedere al diretto interessato cosa lo abbia spinto alla decisione drastica di rimettere il mandato nelle mani della dirigenza. In funzione del dispiacere – scontato per una mossa tanto difficile quanto sofferta, mister Micheli ha preferito non rilasciare dichiarazioni.
Invece a prendere la parola è un veterano della compagine biancorossa: «Credo che quando un allenatore arriva a dare le dimissioni, la colpa sia in primis dei giocatori». Parole da capitano quelle di Marco Bevilacqua, alla luce dell’addio di Micheli dalla panchina tolfetana. «Mi dispiace moltissimo per il mister, che con noi si è sempre comportato in maniera ineccepibile. In tanti anni di calcio non posso che ribadire come una scelta tanto traumatica nasca dalle mancanze della squadra che non ha reso secondo le attese. Quindi noi dobbiamo assumerci per primi le nostre responsabilità. Contestualmente, dò il benvenuto a mister Cafarelli, che non ho mai incrociato in carriera, nella speranza di riprenderci scalando la classifica verso posizioni più consone per il Tolfa».
Ieri alla Pacifica il primo allenamento dell’ex mister di Romulea, Duepigrecoroma e Santa Marinella che ha conosciuto i giocatori e diretto la seduta. Per lui, la presenza di qualche vecchia conoscenza dalla stagione in rossoblù come Jacopo Gaudenzi. La felicità per il nuovo incarico, prestigioso in virtù del valore della rosa, conscio delle difficoltà a cui andrà incontro.
«L’ambizione è stata sempre quella di lavorare in un contesto che creda in un percorso di medio-lungo termine, non sui risultati da raggiungere immediatamente. Cercavo una società che avesse una visione precisa del suo futuro, che puntasse a crescere per consolidarsi negli anni a venire. Quando ho incontrato la dirigenza del Tolfa, ho trovato queste condizioni che il mio modo di intendere il calcio, sono quelle ideali».
