Tentati suicidi, risse e autolesionismo tra i giovani: con il Covid le cose sono peggiorate • Terzo Binario News

Tentati suicidi, risse e autolesionismo tra i giovani: con il Covid le cose sono peggiorate

Gen 31, 2021 | Cronaca, Roma

La violenza, le risse pubblicate sui social. Atti di autolesionismo, il tentato suicidio. Si tagliano gli avambracci, le cosce, l’addome. “Altri tentano il suicidio. Mi viene in mente una ragazzina di 12 anni che si è buttata dalla finestra che è il modo più usato tra i ragazzi tra i 12 e i 15 anni. Buttarsi dalla finestra o l’ingerimento di un numero congruo di farmaci, a volte si impiccano li adolescenti tendono a emulare quanto vedono sulla rete ed è per questo, probabilmente, che un metodo molto utilizzato in questo periodo è l’assunzione di grandi dosi di tachipirina oppure rastrellano tutti i farmaci che trovano in casa e ingeriscono un mix”. Stefano Vicari, Ordinario di Neuropsichiatria Infantile presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, in una intervista a l’Espresso ha tracciato il quadro della situazione giovanile nel nostro Paese

Con il Covid, ha spiegato il professor Vicari, le cose sono peggiorate: “‘è una coincidenza molto sospetta e siamo certi che la rapida crescita a cui assistiamo in questi ultimi mesi di alcuni disturbi in particolare come l’ansia, l’irritabilità, lo stress, i disturbi del sonno sono legati direttamente all’isolamento”.

Al Bambino Gesù di Roma “vediamo negli anni un incremento notevolissimo delle attività autolesive e dei tentativi di suicidio: nel 2011 i ricoveri sono stati 12, nell’anno appena concluso abbiamo superato quota 300. Sebbene le statistiche ufficiali ci dicano che il numero dei suicidi è in leggero calo tra gli adolescenti, l’attività autolesiva è in rapido aumento. Mai come in questi mesi, da novembre a oggi, abbiamo avuto il reparto occupato al 100 per cento dei posti disponibili, mentre negli altri anni, di media, eravamo al 70 per cento. Le diagnosi che predominano sono quelle del tentativo di suicidio. Ho avuto per settimane tutti i posti letto occupati da tentativi di suicidio e non mi era mai successo”.

E ancora: “Sappiamo dai dati di letteratura che il lockdown, la chiusura totale e la chiusura delle scuole ha determinato un aumento degli stati d’ansia e depressione nei ragazzi e un disturbo del sonno. I cinesi lo scrivevano già ad aprile – maggio. Talvolta vediamo un disturbo post traumatico da stress perché i ragazzini vivono con forte preoccupazione le preoccupazioni dei genitori. Ci sono adolescenti che sono ancora più estremisti dei genitori, che non toccano niente e non escono più per la paura del contagio”.

Stefano Vicari, al Sir, ha poi evidenziato: “Le restrizioni legate al Covid-19 stanno aumentando l’irritabilità, l’aggressività e l’intolleranza dei più giovani rendendoli meno sensibili al rispetto delle regole e più portati a trasgredirle”.

Secondo l’esperto “l’aumento dell’aggressività” cui stiamo assistendo è “certamente legato anche alla marcata riduzione dell’attività fisica che costituisce una valvola di sfogo delle energie e riduce fortemente l’irritabilità”. Pur precisando che non è possibile inquadrare la complessità e la diversità dei protagonisti delle risse in un’unica matrice, l’esperto ipotizza che “il venir meno di importanti contenitori emotivi e ammortizzatori di tensioni come scuola, relazione tra pari e sport” sia una concausa dell’aumento del disagio psicologico degli adolescenti e della violenza. Contro gli altri o verso se stessi