“Quasi dieci persone al metro quadro”. È questa la cifra del sovraffollamento sulla linea Civitavecchia-Roma nelle ore di punta. La stima è stata fornita da Andrea Ricci, Presidente del Comitato pendolari Litoranea Roma Nord, che monitora la situazione costantemente.
“Per mesi – ha spiegato – a più riprese abbiamo segnalato quotidianamente il numero di viaggiatori che la mattina alle stazioni di Maccarese e Aurelia non riuscivano a salire sui treni, a causa della mancanza di spazio. I malori, soprattutto nella stagione estiva, sono all’ordine del giorno ed abbiamo contato, nei vestiboli, fino a 43 persone, cioè 9,1 persone per metro quadro; per inciso, quella dei deportati nazisti è calcolabile in 2,93 persone per metro quadro. Questo non è umorismo nero ma un problema sanitario, è facile immaginare gli effetti di questa situazione sulla diffusione di raffreddori ed influenze”.
Dopo varie battaglie del Comitato sono stati ottenuti due nuovi treni sulla tratta Ladispoli – Roma nella fascia oraria delle h 8.00 e delle h 8.51, con velocizzazione del treno proveniente da Grosseto, ma il numero di treni, vista l’alta cifra dei passeggeri, risulta ancora insufficiente.
Una situazione ancora peggiore si registra la sera quando la scarsità e l’irregolarità delle partenze nella fascia oraria che va dalle h 17.30 alle h 19.00, dovuta al sovrapporsi dei treni ad alta velocità, crea sovraffollamento nei pochi mezzi presenti che, spesso, viaggiano in maniera non regolare e talvolta vengono addirittura soppressi con disagi ulteriori che si sommano a catena al sovraffollamento normale.
Per comprendere più da vicino la gravità del problema numerico dei passeggeri sui treni in questione basta fare riferimento alla cifra totale dei cittadini che ogni giorno prende il treno per recarsi nei posti di lavoro o di studi. Le stime del Rapporto Pendolaria di Legambiente 2012 parlano di 40 mila persone al giorno.
Numeri in continua crescita se si considera che anche la crisi economica ha obbligato molte persone a spostarsi sui mezzi pubblici per risparmiare.
Nota dolente proprio quest’ultimo tassello. Se infatti, i servizi ferroviari sulla nostra linea non sembrano migliorare (dai continui ritardi alle soppressioni dei treni, dalle pulizie, spesso inesistenti, alla somiglianza dei viaggi sui vagoni con quella dei carri bestiame) il prezzo dei biglietti giornalieri e mensili ha subito nel Lazio un aumento del 15% in più rispetto al 2011. Una percentuale, questa, che ha provocato una diminuzione, a Ladispoli, delle vendite degli abbonamenti mensili (passati da euro 51 ad euro 59.50) ed una preferenza per gli abbonamenti annuali, che permettono un risparmio di almeno tre mesi e prevedono un’agevolazione sugli stessi per tutte quelle famiglie con reddito minimo che ne facciano richiesta. L’aumento dei biglietti dei treni, dunque, non è stato direttamente proporzionale ad una maggiore efficienza della linea, anzi.
Ad aggravare la situazione del sovraffollamento è l’afflusso dei turisti e dei passeggeri provenienti dal porto di Civitavecchia che genera ormai, oltre ai tradizionali transiti per e dalla Sardegna ed alle Autostrade del mare, un movimento record a livello mondiale per la crocieristica (fino a 25 mila persone al giorno). Questo provoca una fortissima domanda aggiuntiva di trasporto ferroviario a cui, in questi anni, sono state date risposte del tutto insufficienti, con scarsi treni dedicati che hanno riscosso pochissimo successo.
“E’ necessario – ha spiegato Andrea Ricci – ridare piena funzionalità all’itinerario diretto ferroviario Civitavecchia Marittima–Civitavecchia Centrale ed adeguare ambedue le stazioni ai flussi che devono fronteggiare, prevedendo anche un adeguamento del numero di carrozze dei treni ordinari in particolare nel periodo marzo – ottobre. Non funzionerà mai, infatti, se non si torna a dare la possibilità ai crocieristi di partire direttamente da Civitavecchia Marittima (cosa che ora fa solo il servizio “di lusso” Roma Express). Il prezzo del servizio organizzato, normalmente chiamato “treno per crocieristi”, è inefficace perché più alto del BIRG e non consente, come quest’ultimo, di muoversi a Roma, perciò “impone” l’uso del treno pendolari”.
La linea Fr5, dunque, dedicata inizialmente ai pendolari è rimasta pura utopia. Al servizio pendolari si è, infatti, affiancato quello turistico che ha potenziato il numero da capogiro dei passeggeri. Un potenziamento, però, che non ha riguardato i numeri dei treni messi a disposizione.
Sull’argomento i sindaci e la Regione sono intervenuti più volte sollecitando Trenitalia. L’ultima missiva è del febbraio 2013 ed è stata inviata dall’Assessorato Infrastrutture e Lavori Pubblici della Regione Lazio (Nota Regione Lazio_Trasporto Pendolare FS).
Nella lettera si è fatta richiesta a Trenitalia di avviare una soluzione al problema, suggerendo un aumento dell’offerta, quindi un potenziamento del numero dei treni a disposizione che consenta a tutti di viaggiare sul medesimo treno con lo stesso titolo di viaggio ed eliminando il servizio “commerciale” dedicato ai turisti che, comunque, rimane praticamente inutilizzato.
Inutile chiedersi se “ce la faranno i nostri eroi” a trovare un’adeguata soluzione non solo in merito al problema inerente al flusso turistico ma anche più semplicemente a quello pendolare. In ambo i casi aumentare il numero dei convogli sembra l’alternativa più plausibile ed efficace.
Come già detto le problematiche della linea ferroviaria che collega Civitavecchia a Roma sono innumerevoli. Sui ritardi, le soppressioni, i disservizi delle stazioni ferroviarie e sui treni c’è ancora tanto da parlare e noi, certamente, non ci fermeremo qui. Quindi, di nuovo, arrivederci alla prossima puntata.