Rincari alle stelle per pane, pasta e olio: nel Lazio gli aumenti maggiori • Terzo Binario News

Dallo scoppio della guerra in Ucraina continua l’ascesa dei costi dei beni di prima necessità. I dati sugli aumenti nella Capitale

A due anni dallo scoppio della guerra in Ucraina, in Italia i prezzi al dettaglio di alcuni prodotti di largo consumo continuano ancora oggi a risentire delle conseguenze del confitto bellico. Lo afferma il Centro di formazione e ricerca sui consumi (C.r.c.) che ha messo a confronto i listini di pane, pasta e olio d’oliva in 5 grandi città italiane per capire come siano cambiati i prezzi dal periodo pre-conflitto a oggi.

Come noto l’invasione della Russia in Ucraina nel febbraio del 2022 portò a forti tensioni sul mercato delle materie prime alimentari – ricorda Furio Truzzi, presidente del C.r.c. – Le quotazioni internazionali di grano e mais balzarono alle stelle come conseguenza del blocco alle importazioni da Ucraina e Russia, paesi produttori di materie prime ampiamente utilizzate in ambito alimentare.

I prezzi al dettaglio dei prodotti venduti in Italia e direttamente interessati dal conflitto subirono sensibili rialzi, che a due anni di distanza non sembrano essere stati riassorbiti e continuano a pesare sulle tasche dei consumatori.

Lo dimostrano i dati emersi dallo studio condotto dal Centro di formazione e ricerca sui consumi (C.r.c.) che, rielaborando i numeri forniti dall’Osservatorio prezzi e tariffe del Mimit, ha analizzato i listini di pane fresco, pasta di semola e olio di semi di girasole in 5 città italiane mettendo a confronto i prezzi in vigore a gennaio 2022, ossia prima dello scoppio della guerra in Ucraina, con quelli odierni.

A Roma un chilo di pane costa oggi in media il 22% in più rispetto a due anni fa, +14,7% la pasta; a Milano l’olio di semi di girasole costa addirittura il 38,9% in più, +23,2% la pasta. Fortissimi i rincari a Bologna: rispetto al periodo pre-guerra, l’olio di semi costa il 47,2% in più, +31,3% la pasta. A Napoli il pane è aumentato in media del 23,9%, la pasta del 17%, con spaghetti, penne e fusilli che costano a Palermo il 19,3% in più su gennaio 2022 (+9,2% il pane).

Le città del sud, però, sono quelle registrano dati in controtendenza per quanto riguarda i prezzi al dettaglio dell’olio di semi di girasole: qui i listini scendono del -13,2% a Napoli e del -4% a Palermo rispetto al periodo pre-conflitto, mentre Roma registra prezzi stazionari.

“Al netto dell’inflazione del biennio 2022-2023, pari al 13,8% in Italia, i dati dimostrano che a due anni di distanza dallo scoppio della guerra i rincari dei prezzi non sono rientrati, e gli aumenti per beni di largo consumo come pane e pasta non risultano riassorbiti dal mercato – spiega Furio Truzzi – Il conflitto in Ucraina continua quindi ad avere effetti diretti sulle tasche dei consumatori italiani, colpendo prodotti come pane e pasta di cui gli italiani fanno un enorme consumo annuo. Questo anche a causa di fenomeni speculativi che interessano la formazione dei prezzi in Italia e aumentano il differenziale con i livelli pre-conflitto”. 

ROMA

Pane da 2,67 euro a 3,26 euro: +22,1%

pasta da 1,84 euro a 2,11 euro: +14,7%

olio di semi da 1,82 euro a 1,82 euro: 0%

Pubblicato lunedì, 26 Febbraio 2024 @ 13:41:29     © RIPRODUZIONE RISERVATA