Lo stile è decisamente crudo, arrogante e per certi versi offensivo. Un’opera che traccia nitidamente l’influenza del carattere narrativo degli autori della Beat Generation come Bukowski e Kerouac. Tra le righe e dietro concetti crudeli e da strada si cela il mondo che Di Giulio vuole descrivere. Un attacco all’ipocrisia, al politicamente corretto, alle facciate e all’apparenza. Come un tenero e delicato cuore che batte lentamente dentro la fredda corazza di un cavaliere medievale. Di Giulio sorprende i suoi lettori cambiando ancora una volta il suo stile letterario. La sua quarta opera è l’eccellenza di un lavoro ricercato, la scalata ma soprattutto l’inno all’essere se stessi. Un libro dedicato ai sognatori malinconici perché quel domani arriverà, perché quel futuro sarà il nostro.
Nel sushi restaurant di un’ignota città americana, un uomo dai capelli brizzolati siede da solo a un tavolo. Taciturno e misterioso, scatena la curiosità di alcuni dei presenti che inizieranno un gioco di identificazione creando per lui realtà diverse che, celatamente, rispecchiano i segreti e le aspirazioni degli stessi narratori.Una coppia ferita da bugie e silenzi prossima alla rottura, tre amici d’infanzia uniti da un passato condiviso ma separati dalle aspettative sul futuro e una giovane cameriera che porta su di sé cicatrici invisibili.Tre storie che non sono altro che lo specchio delle loro anime.
Chi è quest’uomo brizzolato? E perché è lì?Ogni commensale vede in quell’uomo i propri fallimenti, le proprie paure, i propri sogni. Quell’uomo, pur non facendo nulla, scatenerà desiderio di riscatto, di verità e voglia di evasione.La realtà non è scoprire l’identità dell’uomo brizzolato ma riuscire a comprendere cosa vive in ognuno di noi.Il nuovo romanzo di Francesco Di Giulio riesce ad afferrare la coscienza del lettore e a metterla di fronte a se stessa in un gioco al massacro che porta alla libertà e al superamento di malinconie e paure.