Riceviamo e pubblichiamo – Ancora una volta dobbiamo misurarci con un antico vizio di certa sinistra: l’arroganza di chi ritiene di essere l’unico depositario di valori universali. La presunzione di chi ritiene di essere l’unico nel giusto, di possedere la verità, il senso dell’etica, e persino dell’ onestà.
Unicamente grazie ad un impeto di cordialità e gentilezza viene riconosciuto a chi ancora si ostina a militare nel PD l’alibi della stupidità o se si preferisce dell’ingenuità. Poverini non hanno ancora capito. Se hanno capito sono opportunisti. Si scorrono i nomi delle liste, collegate alla candidatura di Pietro Tidei, e questo improvvisato tribunale del popolo decide chi deve essere inviato alla ghigliottina, chi alla gogna, chi solo esposto agli insulti, chi espulso dal popolo della sinistra.
Si decide chi, in ragione del proprio passato individuale, abbia titolo di cittadinanza politica. A nessuno è concesso di potere, nel corso della sua vita, cambiare le proprie idee.
Salvo non abbia “purgato” la propria anima magari in stile “autodafè”, come nella migliore tradizione della “Santa Inquisizione”, presso la locale sezione di SEL.
Naturalmente a costoro è consentito di sfiduciare “eticamente” una Amministrazione di centro-sinistra con il rischio di consegnare la città ad un governo di destra.
Il solo fatto che la sfiducia provenga da SEL dovrebbe essere accolto come un atto di giustizia popolare. Non solo. Si possono insultare milioni di persone che hanno scelto le bandiere del Partito Democratico per testimoniare la propria storia e le proprie tradizioni di sinistra affermando, come fatto da autorevoli dirigenti di SEL, che quelle bandiere non avrebbero dovuto presenziare alla Festa del 25 Aprile, perché sporcavano i valori della resistenza.
Si possono dileggiare i militanti del Partito Democratico definendoli “succhiacarote”, come fatto da autorevoli dirigenti di SEL. Si potrebbe continuare. Veniamo alla sostanza delle cose. Si era costruita una alleanza assieme ed assieme si era definito il programma di coalizione. Insieme si era deciso che a guidare quella coalizione fosse Pietro Tidei.
Dopo poco più di un anno in maniera improvvisa e senza alcun tentativo serio di affidare alla politica la eventuale ricomposizione di divergenze si è prodotto uno strappo, ed un vero e proprio voltafaccia, in una, questa si, poco etica alleanza con il centro-destra, che ha portato la città alla gestione commissariale.
Il danno che si è prodotto è molto più profondo ed ha colpito la sinistra cittadina nel suo insieme. Ci vorrà molto tempo e molta pazienza per ricucire, ricomporre, tornare a comprendersi.
Si può iniziare a rendere più facile questo cammino se invece di indossare la toga rossa dei giudici popolari, ed innaffiare il terreno con insulti tanto insopportabili quanto gratuiti, si abbassassero umilmente i toni. Nessuno può cancellare ciò che è stato.
Ma il tempo, la paziente ricerca di valori unificanti forse potranno consentire a molti di tornare a discutere tra loro rispettandosi reciprocamente, sia pure a partire da posizioni politiche diverse. E’ per questa missione che ci vorrà molto cuore e coraggio.
Il Partito Democratico